copherrschaft(Code666) Sublime fusione di black metal e musica elettronica. Elettro-metal che incontra un genere estremo come il black metal, con una ispirazione alla variante sinfonica. Il trio Parigino arriva al terzo album, dopo cinque anni di silenzio e si rivela più maturo, più coinvolgente, proponendo un sound letale con una sconvolgente mescola di sonorità estreme e musica che sfiora, marginalmente, concetti dance. La voce varia le atmosfere costruite ed è incentrata su un ottimo growl che a volte diventa un sussurro di agonia, mentre spesso è un urlo violento, infernale. L’idea di base è quasi banale: una impostazione di musica prettamente elettronica con un range di strumenti estremamente metal, decisamente aggressivi. Un concetto di black metal industriale che rende il disco inquietante, freddo, grintoso, ed assolutamente godibile. La struttura della canzoni è poderosa, ma riesce a coinvolgere l’ascoltatore anche dal primo play, costruendo delle ambientazioni piene di angoscia e rabbia, proiettando la band verso una nuova dimensione. La opener “Gates To Dream” è bellissima: le sue evoluzioni tecno-industriali creano un ottimo contorno a riff molto intensi, contornati da una gestione dei cori molto ammaliante. “Kimi Ga Yo” è molto più tecno, ma vanta un cantato spietato, in perfetto stile black. Quasi all’incrocio tra Rammstein ed i connazionali Anorexia Nervosa è la composizione di “Disorder Mind Mechanics”, mentre risulta più metal, con richiami a bands quali i più recenti Theatre of Tragedy, la potente “Seducing Dementia”. Più black metal, di ispirazione sinfonica (anche se in questo caso la sinfonia è sostituita dall’elettronica incalzante) è l’ottima “Rat In Cage”. Maestosa e trionfale “Endlessly Revolving”, teatrale e cinematografica “Whispering Clouds”, subdola e perversa “Thirty-Six”, mentre la conclusiva “Mephedron Trip” si rivela potentissima ed isterica. Oltre cinquanta minuti di viaggio sonoro, diviso in dodici imponenti tappe: una via crucis di suoni senza compromessi, genialmente assemblati, qualitativamente eseguiti, che delineano lo scopo del disco: coinvolgimento emozionale, con un intenso impatto psicologico. E’ molto facile risultare banali mescolando diversi generi e scuole di composizione, ma nel caso degli Herrschaft è chiaro che si tratta di una band con immense capacità, ottimo gusto musicale ed uno spietato -cinico- desiderio di risultare impattanti, laceranti, devastanti.

(Luca Zakk) Voto: 8/10