cophumanfortress(AFM/Audioglobe) Cosa, cosa è andata a resuscitare la AFM! Gli Human Fortress furono lanciati dalla Limb all’inizio degli anni 2000, nel pieno dell’epoca d’oro del power metal, con lo splendido “Lord of Earth and Heavens Heir”. Seguirono l’ottimo “Defenders of the Crown”, pur se inferiore al debut, e il terribile “Eternal Empire”, una specie di ‘powercore’ (se esiste) di atroce bruttezza. Poi cinque anni di silenzio. Ora, con il nuovo cantante Gus Monsanto, che come è noto era nei Revolution Renaissance di Timo Tolkki, i nostri risuscitano dalle loro ceneri con un nuovo disco che ha tutto il fascino di quella stagione musicale ormai conclusa. Ben tredici i brani di questo “Raided Land”, per un minutaggio che sfiora i 55 minuti. La titletrack è cristallina e spedita, mentre “Wasted Years” ha quel flavour celtico che non dispiace mai. “The Chosen one” ha un gradevole ritornello quasi di taglio hard rock, mentre “Gladiator of Rome (part 2)” ci stupisce con il symphonic power metal più puro ed emozionante che abbia ascoltato da tempo. “Dark Knight” è epica e potente, grazie soprattutto a un uso intelligente del drumming; “Pray for Salvation” si sviullpa sullo stesso registro, forse addirittura con più intensità. “Restless Souls” è il mid-tempo di sostanza che non può mai mancare in un disco di questo genere, mentre la conclusiva “Guard the Blind” accenna quasi a toni progressive, comunque molto maturi. Non certo un capolavoro (né era possibile attenderselo dopo tanti anni di stop), ma un gradevole e fruibile esempio di symphonic power fedele alla tradizione.

(Renato de Filippis) Voto: 7/10