copaktor(Ektro) Un 7”, un singolo. C’era una epoca dove il singolo era il lavoro importante, ed il resto era un fill, un qualcosa per chiudere il pacchetto. Ricordo anche quando il singolo era tutto, e sull’altro lato del 45 giri ci finiva una b-side, che già dal nome assumeva un pietoso ruolo riempitivo. Però erano tempi mitici, gloriosi, sballati. Certo, fare un singolo oggi potrebbe avere lo stesso significato, potrebbe essere una scelta commerciale, o un modo diretto di debuttare sul mercato discografico. La cosa che più mi emoziona di questo lavoro, un debutto appunto, è che suona dannatamente particolare e quel gusto psichedelico con forti ispirazioni di epoche che trattavano di approcciare quello che poi sarebbe diventato il suono digitale, riesce a far capire che questa release poteva essere solamente un singolo, un sette pollici, magari un 45 giri, roba da juke box. Ci sono componenti metal, specialmente la melodica e calda voce del singer (Professor Black, ovvero Chris Black dei Pharaoh e Dawnbringer), ma ci sono fiumi di concetti psichedelici, di primissima dance (sentitevi il main riff della title track!), di proposte assurde. È una cosa pazzesca il coinvolgimento di questa canzone, è semplicemente impossibile non ascoltarla. Strane anche le origini della band, che uniscono il singer americano a due musicisti finlandesi. Questi ultimi spiegano molte cose della stranezza e della bizzarra originalità di questa idea, in quanto sono Jussi Lehtisalo e Tomi Leppänen dei Circle (tra gli altri), ovvero due geni dell’assurdo, del malato, del psichedelico, del fuori di testa. La b-side è un pezzo semplicemente sul lato b, ma come valore non è sicuramente seconda alla title track, e offre un feeling che porta spesso ad un incrocio tra heavy metal e Hawkwind. E’ bellissimo sentire quella base metal, quei riff taglienti sovrastati da tastiere vintage, effetti spaziali ed idee vocali retrò da un lato, avant-garde dall’altro. Un’altra tipica pubblicazione della Ektro. Un sapiente concetto che mescola heavy e power con trip mentali, pseudo dance del passato e una visione del suono non appartenente a questo pianeta.

(Luca Zakk) Voto: 7/10