fotodomovoyd1Musica che deve essere percepita, piuttosto che sentita. Suoni che si fondono in musica, musica che diventa suoni. Lo spazio che atterra qui, la terra che se ne va tra le stelle. Il loro album va lontano in qualsiasi immaginabile direzione. Prima spariscano verso la prossima dimensione parallela, dopo aver recensito con piacere il loro ottimo album, siamo riusciti a teletrasportare, in questa realtà virtuale mortale, le parole di Oscar (voce e chitarra)… (english version)

Ciao! Un ottimo lavoro il vostro “Oh Sensibility”… che ne dite di alcun domande per svelare cosa ci sta dietro a questo progetto, cosa si nasconde nella nebbia…
Si, la nebbia. Il vostro sound è oscuro, ipnotico… crea nebbia. Ed inoltre questo è un debutto, dopo un po’ di underground… diteci chi siste…

Oskar: Ciao! Questa nebbia della quale parli è creata da quattro tizi che si sono incontrati al Kaustinen College of Music nel 2010. E’ da li che sono partiti i Domovoyd. Da allora ci siamo trasferiti nella nostra città di origine,  Seinäjoki, ed è li che facciamo i nostri incantesimi oggigiorno. Siamo gente che come obiettivo ha lo sperimentare i suoni più strani.

“Oh Sensibility” è grandioso. Ma prima voglio sapere qualcosa della copertina..
Oskar: Mi fa piacere, grazie! Credo che sia importante offrire un esperienza completa quando si tratta dei nostri album, quindi è stato chiaro fin dall’inizio che “Oh Sensibility” debba alimentare la tua testa non solo musicalmente ma anche visualmente. L’art work lo ha fatto Aino Autere che studia arti visuali all’università delle scienze applicate di Tampere. Oltre ad essere un’artista di talento, è anche la fidanzata di Dmitry (basso, ndr), quindi non è stato difficile per noi trovare chi ci facesse il lavoro. L’album non avrebbe l’impatto che ha senza quel bellissimo art work che ci ha fatto. Ci piacerebbe lasciare il simbolismo come qualcosa dove chiunque possa crearci sopra il proprio pensiero, ma ti posso dire la copertina è collegata alla storia ed al simbolismo del titolo, un titolo che abbiamo preso in prestito dall’omonima performance di Otto Muehl.

Musicalmente sento avete, in un certo senso, delle radici nel sound di bands come gli Hawkwind… e apparite come essere un tantino “dallo spazio”…
Oskar: Si, credo sia abbastanza ovvio che lo spazio, sia esso interiore o esteriore, è qualcosa che ci influenza grandiosamente. Siamo onorati di essere comparati agli Hawkwind e ad un numero di grandi bans che apprezziamo anche noi, ma dopo tutto le radici del nostro sound possono essere trovate nel prog rock, ma pure nel reggae o nell’IDM (Intelligent dance music, un sotto genere della musica elettronica, ndr). Nonostante abbiamo una vasta gamma di influenze, da diversi generi, la cosa che più ci preme è avere l’identità musicale dei Domovoyd.

Stoner, sludge, drone, doom, space, psichedelico… ci sono altre ispirazioni nella vostra musica che non ho notato? 
Oskar: Penso sia difficile categorizzare i Domovoyd secondo uno standard noto, quindi la mia risposta è la stessa della precedente domanda! (ride, ndr)

fotodomovoyd2Comunque ci sono molte influenze che finiscono nel vostro sound. Qual è il processo creativo?
Oskar: Raramente abbiamo del materiale in testa quando facciamo canzoni nuove. Jamming e improvvisazione hanno il ruolo più importante nella composizione, così quando scatta la scintilla da un riff, una ritmica o una melodia, o semplicemente una sensazione, iniziamo ad improvvisare e tutti aggiungono qualcosa. La nostra guida principale è un feeling spontaneo e puro, ma anche una potente dinamica ed una vena drammatica della canzone, ovvero cose che per noi hanno una certa importanza.

Avete canzoni con una lunghezza normale, ma alcune vanno oltre i dieci minuti. Siete voi che decidete quanto deve durare una canzone, o è la canzone che chiede di più?
Oskar: Alla luce della mia precedente risposta, direi che è la canzone a richiedere la sua lunghezza.

A volte il vostro sound è rilassante. Altre volte fa impazzire… pazzia pura che diventa estrema…
Oskar: Questa è una cosa bella da sentirsi dire! La pazzia può essere molto chiarificante, quindi è anche importante avere dei momenti di relax per un’esperienza più intensa. A volte hai bisogno di caos e distruzione per costruire una versione migliore e più stabile della tua persona e tale processo, pieno di esperienze indescrivibili, è -almeno per me- la cosa più importante da manifestare con la nostra musica.

Quindi, se me lo sai dire.. come create una di queste canzoni? O è la canzone che atterra qui da chissà dove nella galassia?
Oskar: Penso che la risposta più logica potrebbe essere che quelle canzoni vengono dalle nostre teste ma, da uomo affascinato dal misticismo, vorrei credere ci sia qualcos’altro oltre che  semplici impulsi cerebrali.

Quali sono i piani dopo questo debutto?
Oskar: Stiamo facendo tutti i concerti che possiamo fare qui in Finlandia per ora, e probabilmente ritorneremo in studio per il nostro secondo album prima o durante l’estate. Abbiamo dei grandi piani e probabilmente cercheremo un approccio completamente diverso con il secondo disco, ma solo il tempo potrà mostrarci come andrà.

Ok, thanks for your space and time. Before getting back to the dimension you belong to, please close this with few words to METALHEAD.IT absurd readers…
Oskar: Grazie per l’intervista, e per usare le parole del nostro caro amico Hunter S. Ala-Lahti: “SUPPORT THE PSYCHEDELIC YOUTH!”

(Luca Zakk)

Recensione