copSTILLA(Nordvis Produktion) Secondo capitolo per gli svedesi Stilla, secondo capitolo che arriva velocemente dopo appena un anno dal valido debutto “Till Stilla Falla”. A partire da una copertina veramente stupenda (lo era anche la precedente), emerge ancora una volta la loro dimensione sonora che si basa su un black metal feroce, senza dimenticare la componente atmosferica, qualche tastiera aggiunta con intelligenza, un ottimo ensemble con in evidenza ogni singolo strumento musicale. Cantano in lingua madre e questi quarantotto minuti (sette tracce) dimostrano ottima creatività e genialità compositiva. Nessuna canzone si basa su una struttura scontata, piuttosto si tratta sempre di una costante evoluzione atmosferica, di improvvisi intelligenti cambi di direzione, di un percorso seguito da tutti gli strumenti che sono stati suonati e registrati rispettandone personalità e individualità (il basso, in particolare, è sempre in una perfetta posizione di rilievo). Un album che cresce ad ogni ascolto, che sicuramente non svela tutto il suo contenuto ad un primo ascolto superficiale. La opener “Vandring utan spår“ (“Escursioni senza sentieri”) riesce ad essere inquietante e capace di sentimenti estremamente freddi, violenti, inneggianti ad un odio innato reso più intenso dalla struttura del cantato specialmente con l’evoluzione fantastica verso il finale. Imponente la title track, con i suoi improvvisi cambi di umore, di sonorità, un pezzo che riesce ad amalgamare con genialità idee di violenza, rabbia, growl e furia con chitarra acustica, melodie dolci e riflessive con stati d’animo gelidi. “Tillägnan” (“Dedizione”) è un’altra canzone che spicca per la contrapposizione di concetti, da una rabbia senza fine, fino a un sentimento quasi rilassato evidenziato dall’ottimo basso e dalle tastiere, ma sempre e comunque disturbato da riff di chitarra che portano semplicemente alla follia. Anche “Hjärta Av Sten” (“Cuore Di Pietra”) coinvolge particolarmente, offre ritmiche colossali, idee melodiche supreme, ed ancora una volta dimostra durata notevole, cosa ormai comune in tutte le canzoni scritte da questa band. Un album che mescola, sposa, unisce nel sangue ritmiche letali, passaggi atmosferici, momenti inneggianti di sicuro effetto ed alto livello emozionale. Il tutto con un vocalist che non perdona, grazie ad un growl possente, chiaro, molto ben costruito, mentre il drumming chirurgico e spietato, accompagnato da un basso caldo e carnale riesce a completare un cerchio di malvagità, possessione, condanna, abbandono. Musica complessa, piena di rabbia, odio, cinismo, ma anche stato di incoscienza, viaggio ultraterreno, verso una ulteriore dimensione. Musica piena di improvvisi cambi, che non si riducono agli ormai ovvi cambi di tempo, che vanno piuttosto molto oltre, rapendo la percezione dell’ascoltatore e trascinandola ovunque, scaraventandola -improvvisamente- verso qualsiasi direzione venga in mente alla follia compositiva della band. Questo è dominio, questo è controllo del coinvolgimento. Questo è black metal totale ed assoluto.

(Luca Zakk) Voto: 8/10