copcircleofw(Metal Tank Records) L’ultima volta che ho avuto notizie dei Circle Of Witches fu nell’estate del 2013. Allora venni a sapere che i Campani avrebbero suonato dal vivo fuori dall’Italia. A gennaio ecco arrivare i primi comunicati stampa sul nuovo album, quello atteso da tempo, sospirato come non mai anche per via di assestamenti in formazione. Il prodotto vede l’artwork di Nikos Markogiannakis, già autore per i Rotting Christ, e il supporto della slovena Metal Tank Records. La musica è qualcosa di spiazzante, almeno per me che da qualche tempo avevo comunque perso di vista la formazione heavy-doom ‘n’ roll. Questa volta la radice ‘casinista’ e ‘roll’ riceve un’impennata impressionante, riuscendo a mettere in piedi un lotto di pezzi energici e velenosi. I COW giocano su riff intermittenti, brevi ma incisivi, degni dei Motörhead, ma con una costruzione più rigida eppure fluida nello scatenare l’adrenalina nell’ascoltatore. Le chitarre spesso sono dosate di lisergico groove, di croste bruciacchiate del più corrosivo stoner/doom rivitalizzato appunto dalle tendenze rock ‘n’ roll. Un esempio lampante è “Southern Wolves Strike Again (Lycans Are Back!)”, brano che nell’incipit guarda ai Black Sabbath e poi si volta verso quel figlio bastardo di Ozzy e compagni che è lo stoner. La radice r’n’r, il germe dell’hard rock anni ‘70 (non è un caso che la parola ‘rock’ figuri nel titolo) fonda le basi per un impatto vispo. A dir poco… questo sound è scatenato perché è vivo. Non so bene se questo “Rock the Evil” sia il massimo splendore del percorso di maturazione della band, ma posso affermare che è la coesione migliore che le idee compositive dei tre musicisti siano stater in grado di fornire. Ampiamente avanti rispetto a tante cose realizzate dagli esordi, oggi i Circle Of Witches si concedono un volto sonoro alcolico, sfrontato. Quasi da bikers che cavalcano delle Harley che percorrono un’autostrada. Si, quella per l’inferno! La cura dei motori (dei suoni) è stata affidata (in Polonia) all’ingegnere del suono Mariusz Pietka, il quale ha curato, tra i tanti, anche gli album dei Crystal Viper. Il risultato vede delle frequenze vibranti, piene; la sensazione che si percepisce è quella di sbattere contro un vero muro sonoro. Anche questa volta il circolo è in festa e il baccano che ne esce è infernale.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10