copfragore(Coroner Records) In attesa della pubblicazione di un nuovo album, i Fragore poco tempo fa proposero l’EP “Armored” (QUI). “The Reckoning” è finalmente arrivato e annuncia uno stato di forma del trio di Giaveno davvero ammirevole. La semplicità è qualcosa di unico e proprio questa caratteristica è alla base di questo nuovo album, ben diverso dall’estemporaneo EP. Chitarre che per ogni canzone producono dei riff di base, ripresi e proposti con attenzione, e copntinuità, durante i pezzi e ciò permette di renderli immediati, altamente fruibili. Nessun intrico di riff o di ritmi “The Reckoning”, ma la celebrazione di una serie di note e accordi ben assestati, un’operazione ripetuta in ogni canzone per renderle autonome, uniche e non sovrapposte e ripetitive tra di loro. Un sound sempre sul thrash, con punte di groove e cose nu-metal sparpagliate, ma più di tutto è un sound fortemente metal: dunque possente, forte, fragoroso ed energico. Debbo però ritornare al discorso del riffing, alle chitarre, alla loro capacità di produrre melodie e di saperle incidere nei neuroni di chi ascolta. L’incipit di “Barrier” è uno degli esempi più lampanti di come la band sappia creare scorci melodici alternativi al metal, quasi esotici, e questo brano non è l’unico caso ed è anche uno degli esempi migliori di come poi il metal nella sua pienezza riesca ad essere bello e comunicativo. Nonostante il seguito, l’immediata “Abominevole” ricordi gli Slayer di questi ultimi anni, “Sad People” si rapporta ad una sorta di gothic e di tranquilla fluidità nu-metal che cattura per la sua melodia dal pathos poco esagerato. Ho spiegato un frangente di questo album e potrei continuare visto che l’oltre e poco più di un’ora totale (ho avuto modo di ascoltare la versione digipack, con due bonus track) ne ha di cose da proporre. Posso pensare che l’abuso, in più situazioni, dei mid e low tempo potrebbero magari marcare la pazienza di qualcuno, eppure per molti altri (me compreso) il bilanciamento dei tempi o l’utilizzo di fasi tempistiche medie a mio avviso aumenta la fruibilità. Anche in questo album, come nel precedente EP, l’apporto dei solo di Davide Nunziante, anche cantante, donano quel tocco esclusivo, o semplicemente quel tocco in più. Nuovo album dunque, nessuna velleità elettronica o di sperimentazione. Nuovo album e solito produttore, sua grazia Ettore Rigotti. Aggiungo che la cover è di Rhett Podersoo (My Dying Bride, Elvenking, The Way Of Purity e tanti altri).

(Alberto Vitale) Voto: 8/10