cophelstar2(AFM/Audioglobe) Cos’è, di fatto, che vogliamo da una band come gli Helstar dopo più di 30 anni di carriera? Io personalmente desidero heavy metal diretto, tirato, frastornante; voglio sentire gli acuti di Rivera a non finire; e voglio che i nostri non si riciclino stancamente. Voglio dire, stiamo parlando di una band leggendaria dell’underground: mi basta sapere che è ancora viva, che non è diventata la parodia di sé stessa… e sono felice. “The wicked Nest”, senza strafare, mi offre tutto questo… e data la classe dei texani, le caratteristiche sopracitate bastano a renderlo un signor disco. “Fall of Dominion” è subito un terremoto con un Rivera in gran forma e una batteria registrata in modo che faccia rimbombare tutta la casa. Inarrestabile anche la titletrack, oscura e maledetta, davvero in grado di competere con i brani di “King of Hell”, a mio giudizio l’album migliore dopo la reunion. “Cursed” è l’indispensabile mid-tempo pachidermico dai toni horrorifici, mentre la cattiveria e la velocità di “Defy the Swarm” sono davvero encomiabili. La conclusiva “Magormissabib” nasconde nel titolo un segreto che mi sfugge, ma chiude il disco con tutta la rabbia devastante dell’us dark power metal di cui gli Helstar sono, indiscutibilmente, gli inventori. Nessuna nuova, buona nuova, dice l’antico proverbio: avere gli Helstar che fanno bene il loro sporco lavoro appaga la mia coscienza di defender.

(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10