(Autoproduzione) Venezuelani e al secondo album, ecco cosa sono in poche parole i Cultura Tres. Il loro sound? Orientato verso il doom e lo sludge, ma spesso sfocano i confini dentro cui si muovono. Se l’inizio di “El Mal del Bien” parte con una lenta e decadente “Propiedad de Dios”, la seguente “Purified” è una canzone lunatica nella quale l’energia sembra essere più intensa, salvo poi lasciare la scena a “Los Muertos de Mi Color”, inquietante e ai Limiti della psichedelia e dell’atmospheric metal. L’album prosegue tra slow metal e crisi frenetiche, ruvide e acide alla Neurosis. “No Es Mi Verdad” è un crescendo, guidata da una assolo sovraccarico di wah-wah e per atteggiamento le somiglia alla title-track. Interessante “Voices”, dove i Cultura Tres prendono letteralmente a calci i My Dying Bride per dare loro adrenalina. Il sound procede su queste emozioni che salgono nei cieli e sprofondano nelle viscere del subconscio, come “Your Call”, e i suoni sono ricchi, espressivi (ancora un plauso agli assoli delle chitarre, ma a dire il vero sono sempre intense) e in questo grafico delle emozioni decadenti non può mancare una, piacevole, rivisitazione di un brano dei Black Sabbath, ovvero il loro omonimo. Che si parli di sludge, post-metal o crossover qui c’è da scrivere che i Cultura Tres sono “oltre” ogni cosa perché danno emozioni. La Dead Plan Records propone l’album anche in versione vinile, ma limitata a 1000 copie

(Alberto Vitale) Voto: 7/10