fotoMONTAGEI Montage hanno pubblicato da poco il loro auto intitolato album di debutto, eppure dimostrano già una una maturità compositiva di tutto rispetto che permette loro di ritagliarsi uno spazio nella scena prog internazionale. Ho avuto il piacere di parlare con Roni Seppänen, chitarrista e principale compositore della band. (English Version)

Ciao! Prima di tutto vorrei farvi i complimenti per il vostro album omonimo. L’ho trovato estremamente maturo e variegato, considerando che si tratta del vostro debutto. Come procedono finora le vendite?

Grazie! Non abbiamo informazioni sulle vendite, non ancora, ma il feedback ricevuto è stato molto bello. E naturalmente suonare le canzoni dal vivo è stato divertentissimo.

Nonostante vi siate formati nel 2011, alcuni di voi suonano insieme da una quindicina di anni; questo ha influito in qualche modo nel songwriting o suonavate altri generi?

Tutti noi suoniamo e ascoltiamo di tutto, quindi è per noi naturale combinare pezzi vari di differenti generi. Almeno mantiene il tutto intrigante. Anche se i Montage si sono formati pochi anni fa, ci conosciamo tutti da tanto tempo e abbiamo suonato di tutto, dall’indie-folk fino al pop rock passando per il metal. Penso che l’aver fatto questa cosa per così tanto tempo, ci ha resi una band più focalizzata.

Come nasce un vostro brano? Vi riunite in sala prove e lavorate intorno a una bozza oppure arrivate già con una versione definitiva?

Di solito me ne vengo fuori con qualche demo strumentale e poi iniziamo a svilupparlo in sala prove. Partecipiamo tutti all’arrangiamento della canzone. Quando scrivo qualcosa di nuovo, cerco di non eccedere con l’analisi seguendo semplicemente il mio istinto. Sono sempre molto felice se mi viene qualcosa che non ho fatto in precedenza. Per me è la miglior ricompensa.

Per quanto riguarda i testi? Da cosa traete ispirazione?

Molte canzoni del disco hanno a che fare con temi di influenza hippie anni 60. Non è qualcosa di pianificato, o qualcosa che volevamo disperatamente per identificarci. E’ semplicemente successo. Per esempio ”Strawberry Skies” parla dei diversi aspetti del movimento hippie dell’epoca, e ”Reborn Identity” ha questo non senso poetico della generazione beat.

Pur avendo apprezzato molto l’intero album, mi ha colpito molto la conclusiva “Strawberry Skies”, caratterizzata da sonorità di matrice folk, genere che influenza l’intero lavoro ma che in questa canzone si fa sentire in maniera più marcata; pensate, in futuro di esplorare maggiormente questo versante?

Si, certo. Penso che una canzone eclettica come ”Strawberry Skies” ti da la migliore idea della musica dei Montage. E’ di fatto la nostra canzone più vecchia sia live che nel disco, quindi può aver influenzato il resto delle canzoni in qualche modo. Penso che il nostro prossimo album sarà più melodico e magari un po’ meno orientato alla chitarra, quindi ci potrà essere più spazio per il lato folkloristico delle cose.

So che state tenendo delle date dal vivo in Finlandia e paesi limitrofi: come sta andando? Avete in programma un tour più esteso, magari anche in Italia?

Abbiamo preso il rischio e provato a suonare in posti dove non ci sono molti fans hard rock, e fortunatamente questi spettacoli sono andati molto bene e abbiamo avuto un feedback positivo. Stiamo pianificando alcuni spettacoli in giro per l’Europa più avanti nell’anno e nel 2015. So per esperienza che il pubblico in Italia è grandioso, quindi sarebbe fantastico suonare qualche show anche li!

Grazie mille per il tempo concesso. Lascio la parola a voi per un messaggio ai vostri fans e un saluto ai lettori di METALHEAD.IT.

Vorremmo ringraziare tutti quello che si sono presi il tempo di ascoltarci. Spero di vedervi presto!

 (Matteo Piotto)