copfinsterforst2(Napalm Records) Prendete Bathory. Aggiornatelo all’età dei Turisas, degli Ensiferum, dei Wintersun. Considerate anche formazioni come gli Equilibrium e i Moonsorrow. E non dimenticate le vette del pagan black, cioè i Thyrfing, i Manegarm e i Kampfar. Credo che vi risulterà l’epic viking metal dei Finsterforst! Questa formazione del Baden-Wüttenberg, di cui ho già cantato le lodi QUI, e che dichiara di suonare ‘Metal della Foresta nera’, porta il pathos e la sontuosità del pagan a livelli non superabili, dato che, in questo loro quarto album, la durata media dei brani è attorno ai dieci minuti, e la traccia autotitolata che chiude il disco ne dura ventiquattro! Proviamo a descrivere allora questo fiume gigantesco e solenne, che procede generalmente con calma e gravità (dimenticate quindi blast beats e sfuriate blackened, dispensate col contagocce). Dopo l’intro, “Schicksals End” (‘La Fine del Destino’) è un viaggio di quindici minuti nelle sconfinate lande del nord, che mette assieme suoni orchestrali, lo screaming ruvido di Oliver Berlin, una sezione ritmica incredibilmente serafica e addirittura armonie vocali alla Heidevolk. Strabiliante! “Zeit für Hass” (‘Tempo di odiare’) esalta ancora di più la dimensione cinematografica del sound, mettendo spesso in risalto i fiati, per cui sembra di avere a che fare con un incrocio fra i King of Asgard e la colonna sonora di “Conan the Barbarian”! La titletrack (il cui titolo significa semplicemente ‘Liberati!’) porta all’estremo l’epicità del sound, con un ritornello in clean davvero trionfale. “Mann gegen Mensch” (‘L’uomo contro l’umanità’), si supera nel finale, quando il solo di chitarra insegue un maestoso coro bathoryano; l’ultimo brano, già menzionato sopra, non riesco a descriverlo, e vi invito semplicemente ad ascoltarlo. Troverete che giustifica più degli altri il voto in fondo alla recensione, e mostra come il gigantesco fiume della musica Finsterforst sfoci in un mare immenso e apparentemente tranquillo, che cela però al proprio interno gorghi e correnti mortali. I leviatani del pagan metal sono di nuovo fra noi!

(René Urkus) Voto: 8,5/10