copironsword(Shadow Kingdom) Dopo lo splendido “Overlords of Chaos” rimasi molto male nell’apprendere lo scioglimento dei portoghesi Ironsword, indiscutibilmente la band più barbarica nell’ambito dell’heavy/epic metal d’annata. Con grande piacere saluto dunque il loro ritorno sulle scene con questo “None but the Brave”, che giunge dopo una pausa di otto anni (!): anche se devo ammettere che non regge il paragone con il disco che l’ha preceduto. Il quarto nato, infatti, è più simile al secondo (“Return of the Warrior”) che al terzo: brani brevi (dodici per circa 47’ totali), diretti, pungenti, a tratti scatenati, ma anche stilisticamente molto semplici, in un tentativo (riuscito, sia chiaro) di tornare alla primitiva genuinità del Manilla Road sound. Ci basta? Certo, ma “Overlords” aveva aperto degli inediti scenari di epicità che speravo potessero conoscere un seguito… La opener “Forging the Sword” ha uno dei ritornelli più incisivi del disco, inizia con tamburi reminescenti della colonna sonora di “Conan the Barbarian”, e ha pure un bridge che ricorda “Necropolis”… che volete di più? Più cadenzata “Kings of the Night”, mentre la titletrack suona forse più hammerfalliana di quanto non volesse la band. Il massimo di ‘barbaricità’ si raggiunge certamente con la secca “Betrayer”, che ricorda “Hyperborean Hordes”. Apprezzabilissima anche la scheggia speed “Vengeance will be mine”; dopo i cori muscolari di “Eye for an Eye”, pezzo assai debitore degli Omen, si chiude con “The Shadow Kingdom”, l’unica canzone realmente differente dalle altre per il suo andamento più morbido, vicino addirittura alle cose più psichedeliche dei Cirith Ungol. Il materiale c’è tutto: non siamo in presenza di un capolavoro… ma ‘solo’ di un ottimo album!

(René Urkus) Voto: 7,5/10