copstormzone2(Metal Nation) I veterani nordirlandesi Stormzone sono giunti al quinto album in undici anni di carriera: personalmente li ho già ‘affrontati’ QUI e QUI, e la band continua a sembrarmi capace e sicura. Anche in questo caso (siamo in presenza di un complicato concept) non possiamo gridare al capolavoro, ma il risultato finale è più che soddisfacente. Arcigna l’opener “Batsheba”, che mi ha fatto pensare a degli Iron Savior privi dei riferimenti fantascientifici: la solidità del sound è stavolta tipicamente tedesca, con una decisiva riduzione delle influenze NWOBHM. Sembra che tutto ciò sia dovuto ai significativi cambi di lineup degli ultimi due anni. Orientata invece sul versante hard rock “Another rainiy Night”, cadenzata e ammaliante “The One that got away”; “I know your Pain” diventa improvvisamente cattiva, con accenni delle chitarre quasi thrash. Allegrotta “You’re not the Same”, che si contrappone al piglio drammatico della titletrack, la quale dal canto suo ha l’unico, piccolo difetto di essere un po’ troppo lunga. E sì, se fosse durato anche solo sei/sette minuti di meno, “Seven Sins” sarebbe sicuramente stato più agile e diretto… ma alla band lo dico da anni e non mi ascolta mai! “Abandoned Souls” finisce per essere addirittura acceptiana, ed è indovinata la power ballad “Master of Sorrow”, con un feeling radiofonico che non dispiace. Il finale, in linea con i dischi precedenti, è finalmente maideniano: inconfondibili i cori di “Born of the Damned”. Fra i nomi un po’ meno noti, gli Stormzone garantiscono uno standard elevato.

(René Urkus) Voto: 7,5/10