copGhost(Spinefarm/Universal) Misteriosi, dissacranti, strani, discussi. Tuonano dalla Svezia ed arrivano al terzo album con il “nuovo” cantante. Eh si, è noto che il papa viene cambiato ogni tanto, il vecchio se ne va (a volte letteralmente…) e ne arriva uno nuovo, nominato con tutte le celebrazioni del caso, contorno non certo dimenticato dai Ghost. Per questo disco è in carica Papa Emeritus III, mentre rimangono nell’oscurità gli altri cinque membri della band, sempre nascosti dalle maschere e da stage name omonimi ed anonimi (si chiamano tutti Nameless Ghoul). Tutta questa scenografia, tutte queste maschere, tutta questa politica (commerciale?) nascondono (termine azzeccato) un metallo oscuro, soft, un po’ occulto, palesemente (o ironicamente?) satanico. Ma anche diabolicamente pop. Non c’è la violenza dell’immagine black, e nemmeno quell’atmosfera tetra di un horror metal all’italiana (Death SS, Abysmal Grief): c’è musica rock, tanta componente pop, il tutto molto coinvolgente, molto accattivante con un sublime e piacevolissimo orientamento verso il macabro, l’oscuro, il proibito. Il dissacrante. L’ormai nota “Cirice” ha un feeling etereo, ipnotico, deviato e non nega delle chitarre con la giusta potenza. “Mummy Dust” offre un po’ di buon metallo grazie a riff intensi, anche se le tastiere ottantiane tendono ad addolcire il tutto. Intensa “Absolution”, travolgente “Spirit”. Un album godibile; ci sono chitarre malvagie, tastiere rituali, singing poetico, un concentrato di musica catchy canalizzata in una crociata tutt’altro che santa o benedetta. Un disco dalla lunghezza corretta (quarantina di minuti…), perfetta, in quanto più corto non lascerebbe traccia mentre se fosse più lungo diluirebbe il contenuto pop/commerciale di questa band ormai super-hype in un qualcosa di poco sostanzioso, visto che manca una dominante componente metal. Sono chiacchierati. Si sanno vendere in modo geniale. Fanno buona musica e tecnicamente sono veramente validi. Band attraente, da vedere, da sentire… anche se siamo lontani da un qualcosa di rivoluzionario. Sembra quasi che tutta la pubblicità e l’immagine di contorno siano dominanti e non a supporto di un sound mostruoso. Ma l’arte è anche questo, un po’ immagine, un po’ scena, un po’ musica. Per i Ghost quest’ultima non è il canale principale, ma quello che emerge è comunque molto interessante.

(Luca Zakk) Voto: 7/10