copRegardeLesHommesTomber(Les Acteurs de l’Ombre Productions ) Immensi. Perversi. Assurdamente oscuri. Un soundscape ossessivo, oppressivo, pesante, lacerante. Sette tracce maestose le quali riescono ad essere complesse, precise, chirurgicamente dettagliate pur abbandonandosi in un’atmosfera sporca, fumosa, disordinata e trasbordante esplicita malvagità. Il black è intenso. La dispersione nei confusi ambienti post-black è imponente. Ma la componente atmosferica -molto lontana da suoni ambientali ed armonie spirituali- è la sintesi dell’essenza dei francesi Regarde Les Hommes Tomber che giungono al secondo full length. Un oscuro trionfo si eleva con lo strumentale posto in apertura, “L’Exil”, una cacofonia di distorsioni ed atmosfere crudelmente celestiali. “A Sheep Among The Wolves” è pura perversione. Complicata, ma diretta, contorta ma incisiva, coglie sempre di sorpresa, assalta l’ascoltatore, lo spaventa, lo stupisce con momenti violenti, espressioni post, immersioni nel black tradizionale fino ad arrivare a passaggi malefici che mescolano black, ambient, sludge fino a tracce di industriale sperimentale alla Godflesh. Il vocalist non è mai dominante: la sua voce straziante, senza speranza, senza più vita è costantemente imprigionata nei livelli sonori appartenenti a basso e batteria, dando alle contorte chitarre un ruolo dominante, offrendo all’ascoltatore un impatto sonoro unico, compatto e grandiosamente doloroso. Trionfo degli inferi con “Embrace The Flames”, mentre “…To Take Us” è un capolavoro nel capolavoro grazie a ritmiche ricercate, melodie prave, direzioni sonore volutamente nefande, con ampio spazio sia a sezioni lente ed incisive che brutali e irrefrenabili. Percorsi riflessivi su “Thou Shall Lie Down”, canzone ricca di dinamismo, ma anche di altrettanta putrida violenza la quale abbandona i resti feriti dell’ascoltatore nella maestosa e conclusiva “The Incandescent March”, oltre undici minuti di demoniache visioni rese estreme da riff disumani, vocals impersonate da un demone senza più legami con la vita terrena, una canzone superlativa, costantemente posizionata su altissimi livelli musicali, con una costante offerta di ferite putrefatte che continuano a divulgare infezione e malattia. Black? Post black? Avantgarde? Chiamate questo rituale sonoro un po’ come vi pare. Ma qui abbiamo raggiunto nuovi livelli, sia di stile che di spietata crudeltà. Con una produzione fantastica, una resa sonora impattante, i Regarde Les Hommes Tomber tracciano una linea, demarcano un confine che superano immediatamente, aspettando i seguaci, gli imitatori, quelli che semplicemente arriveranno dopo.

(Luca Zakk) Voto: 10/10