copVARG(Napalm Records) Dopo l’assurdo (ma divertente) EP “Rotkäppchen” (recensione qui) dello scorso autunno, tornano a fare sul serio i tedeschi Varg e questo “La fine di tutte le bugie” è una mazzata spietata che sicuramente innalza il livello di questa band bavarese spesso trattata con poca stima o scarso entusiasmo. Dieci tracce dirette, crudeli, ricche di death super melodico, catchy con singing spesso coinvolgente ed epico. Dieci tracce perfette, superbe, tuonanti, un disco godibile al massimo (volume), registrato in modo impeccabile con delle chitarre che non fanno prigionieri. Dopo l’emozionante intro, ovvero il discorso all’umanità di Charlie Chaplin su “Il grande dittatore” (nel disco la versione tedesca… per chi non sa di cosa parlo, qui la versione in italiano), la title track di gusto politico si rivela epica e tuonante, supportata da un drumming feroce e riff meravigliosamente efferati. “Revolution” è violenta, ma è anche un inno, è fantastica ed è impossibile non ritrovarsi a cantare il ritornello in tedesco (Das ist die Revolution / Heute beginnt unsere Zeit / Wir sind die Revolution / Die Revolution!!!). Oscura e riflessiva “Streyfzug”, una canzone che apre al clean, apre a momenti più profondi e rilassanti … anche se palesemente inquietanti. Spietata la ritmica di “Acthung”: per suonarla dal vivo avranno bisogno di permessi speciali dagli addetti alla sicurezza! Death melodico che strizza l’occhio al black con “Dunkelheit”, una canzone potente, irresistibile, con ritmica mostruosa, singing sconvolto ed una doppia cassa molto ben costruita. Fantastica “Totentanz”, una canzone con un tocco di gotico amplificato anche dalla bellissima voce femminile ospite. Brutale “Wintersturm”, mentre “Ascheregen” chiude un ottimo disco con un tocco di epico trionfale, costruito su melodie intense ed un cantato tuonante. I Varg sono band che ha una bella fila di supporters ma anche di detrattori. Io non mi sono mai schierato, anche perché non li ho mai seguiti più di tanto, però mi incuriosì l’EP di cappuccetto rosso… ed ora mi ritrovo davanti ad un disco avvincente e maledettamente coinvolgente. L’unico difetto è che dura troppo poco, meno di quaranta minuti!

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10