Lycinna, by John William Godward(I, Voidhanger Records) Pura pazzia artistica. La one man band greca continua il suo viaggio esplorativo che questa volta tocca il lontano oriente, in quanto la direzione generale è la sintesi di quelle sonorità (a noi) remote, eseguite con stile e strumentazione heavy metal, distorta, compressa, isterica. Il risultato è pazzesco e nel contesto dell’ambient/post black viene a crearsi una perla nera di musica completamente priva di limiti o regole. L’oriente sembra a volte latino, abbracciando stili folkloristi Europei (ad esempio spagnoli) come si sente sull’imponente “A God Made Of Flesh And Consciousness”. Pezzi come “Averroes’ Search” la vasta fusione etnica unisce oriente con un’atmosfera polverosa e western, offrendo spazio ad una chitarra “spagnola” molto coinvolgente. La violenza appare sulla opener “Dualism”, dove i suoni sono quasi dissonanti e fuori controllo, con un risultato globale che genera assuefazione. I testi in questo album sono quasi invisibili, annegati, sussurrati, gridati ed infine impercettibili. Musica spirituale per pochi discepoli. E pochi, pochissimi, intenditori.

(Luca Zakk) Voto: 9/10