copgodawtt16(Jolly Roger Rec.) “L’Ultimo Sole” ha due meriti: è suonato bene e i testi in italiano sono inquietanti. Con sette canzoni prelevate da “MMXVXMM”, lavoro di due anni fa autoprodotto, e due canzoni bonus (per la versione CD dell’album) prese da “Senza Redenzione”, autoprodotto nel 2013, appositamente ri-registrate per l’occasione, i Godwatt presentano un muro sonoro di stoner-doom, con quelle distorsioni fangose, grasse e opulente, ma anche rocciose e dure. Un sound contaminato da decadenza, da parole che suonano come maledizioni, ma ‘allegramente’ scosse da una forte anima rock che si protrae nel sound. Il messaggio arriverà chiaro a chiunque: c’è una decadenza generale, c’è la fine che si intravede nel nostro futuro. I Godwatt l’annunciano tra ritmi lenti e che cambiano di poco le andature, rendendo così “L’Ultimo Sole” un torturante anatema che si esprime di riff sanguinanti e cupi. Il cantato di Moris Fosco, anche chitarra, offre strofe che a più riprese si prendono il loro tempo per venire fuori e per segnare ogni singolo passaggio di senso di queste liriche maledette. Mauro Passeri è al basso e Andrea Vozza alla batteria: i due innalzano il muro portante, il mausoleo che cinge questo cimitero incendiato e fumante.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10