(Nuclear Blast-Audioglobe) Dopo il floscio “Uckon Wacka”, difficilmente avrei creduto che i Korpiklaani potessero ancora produrre qualcosa di degno: beh, mi sbagliavo. “Manala”, ottavo album in dieci anni (!), riscatta finalmente le ultime prove fotocopia con interessanti innovazioni e un songwriting più dinamico: il disco è naturalmente cantato (quasi) tutto in finlandese ma la limited edition presenta anche le corrispondenti versioni inglesi. Conoscere i testi non è superfluo perché stavolta i nostri non raccontano soltanto di birra e vodka, ma si ispirano direttamente al Kalevala, concentrandosi in particolare sull’oltretomba ivi descritto (che prende appunto il nome di Manala). “Kunnia” indovina cori e ritornello, dando subito, come dicevo, la sensazione che qualcosa sia (finalmente!) cambiato. “Petoeläimen Kuola” è quanto di più fosco e incalzante abbia mai proposto la band, che si scopre finalmente matura per canzoni che non si riducano a uno scatenato giro di violino. Ancora più tosta è “Sumussa Hämärän Aamun”, posta in conclusione, e addirittura l’acustica “Synkkä” ha un fascino fiero e nordico che non stonerebbe in un album viking metal con tutti i crismi! Ben riuscito anche lo strumentale “Dolorus”, che ci mostra ancora una volta la band a proprio agio con tempi meno veloci e melodie più ‘serie’ (lo avevano del resto già dimostrato, per citare un brano a caso, con “Tuli Kokko”). Con gli sprazzi tribali di “Metsälle” giungiamo felicemente in porto. Certo, non mancano i brani ricavati da ritagli delle hit precedenti (“Ruumiinmultaa” ha il ritmo e la struttura della strofa di decine di altri pezzi, “Ievan Polkka” è il solito up-tempo allegrotto), o quelli oggettivamente poco riusciti (“Rauta” è monocorde in modo esasperante), ma i segnali inviati dai Korpiklaani sono decisamente incoraggianti. Speriamo bene!

(Renato de Filippis) Voto: 7/10