(Nordavind Records / Triton’s Orbit) Il terzo album dei Riti Occulti è pura stregoneria. Vago nel nulla dopo aver perso il conto del numero degli ascolti, durante ciascuno dei quali ho scoperto e continuo a scopire nuovi dettagli, provando nuove emozioni nelle quali le ombre danzano misteriose, delicate, sfuggenti ma estremamente minacciose. La formula magica, il sortilegio è superbo. Due female vocalist, le quali riescono a coprire almeno quattro stili, da un clean celestiale fino ad un growl terrificante, inquietante, violento. Poi mancano le chitarre. Completamente. Solo un basso superlativo che macina ritmiche occulte e deviate, mentre l’intera divisione melodica è affidata ad immense tastiere, sempre intense e coinvolgenti, anch’esse deliziosamente inquietanti. Oltretomba di diverse origini si fondono nell’introduzione “Invocation of the Protective Angels”, la quale trascina in maniera perfetta dentro “Adonai I”, un brano con un riff stoner/doom ipnotico il quale offre spazio a keys corali, alla voce di Serena con una voce disumana e a quella di Elisabetta, qui estremamente calda, intensa, provocante. “Adonai II” è decadenza pura, ma anche trionfo degli inferi grazie a keys avvolgenti e misteriose, sulle quali Elisabetta mostra il suo lato più divino, celestiale, luminoso, sempre contrastata da Serena che si abbandona ad un death metal lento e profondo. “Adonai III” è doom, è psichedelia. È deviazione. Ma è anche teatro, tragedia, opera. Stuzzica molti istinti dimenticati “Adonai IV”, trasporta su terre lontane ed esotiche “Atziluth”. Catchy e travolgente “Beri’Ah”. Liturgica “Yetzirah”, tanto che non si può non pensare ad una versione erotica degli Abysmal Grief. L’opera chiude con “Assiah”, brano ricco di elettricità, di dannazione, di malattia. Riti Occulti è forse la descrizione della musica, non il nome della band. Troppo estremo è l’abbandono, troppo percepibile è la fusione con altre dimensioni dannate. Riti Occulti progressivi. Psichedelici. Riti Occulti impregnati di doom senza confini. Stoner senza regole. “Tetragrammaton” conferma regole già scritte (da loro) osando scriverne di nuove. Ogni ascolto è un viaggio attraverso portali ignoti, verso un aldilà spirituale, ma anche carnale ed assurdamente mentale. Un aldilà tenebroso, spaventoso e malizioso. Un aldilà estremamente eccitante!

(Luca Zakk) Voto: 9,5/10