(Indie Records) “Dragons of the North” ha vent’anni. Uscì nel 1996. Fu registrato nella mecca, a Bergen. Così dannatamente ‘Immortal’, così folk, così black. Così oscenamente viking! Questa reissue di fine 2016 porta alle nostre orecchie qualcosa che suona ancora fresco, un po’ innovativo, certamente originale, apportando modifiche rispetto all’edizione di quegli anni: la copertina è stata rivista, rinfrescata; la tracklist arricchita da un outro coinvolgente. Ritocchi nel suono, che è esaltante e chitarre pulite su brani come “Storms of the Elder” sono puro erotismo sonoro. Un album epico, travolgente, catchy. Un black che era ancora pieno di metallo di stampo classico, tanto da offire spazio ad assoli e melodie intense, corrotte solo da linee vocali che, come accennato, ricordano –o ricordavano- gli Immortal. Cinquanta minuti gloriosi. Intensi. Taglienti. Molto catchy e grintosi. Un black che non abbraccia l’estremo, un black ricco di groove, un viking esaltante senza finire nell’epico scontato. Una lezione di musica d’alto livello che molti dovrebbero seguire, specialmente ai giorni nostri.

(Luca Zakk) Voto: 8/10