(Imake Records) Parliamo oggi di un disco decisamente particolare! I campani Emian sono una vecchia conoscenza di MetalHead (qui recensione del debut “Aquaterra” e intervista relativa), che li riaccoglie più che volentieri per il secondo album “Khymeia”. Come suggerisce il titolo, il quale rievoca il termine che, in numerose lingue, indica la chimica, i nostri vogliono mostrare le segrete alchimie comuni al folk di molteplici tradizioni: i 17 brani in scaletta sono dunque un viaggio spettacolare (fatto sia di brani originali che di belle rivisitazioni) dai ghiacci della Scandinavia al sole ellenico. Mentre “Hyria” vuole essere un atto d’amore per la terra d’origine dei membri della band e il suo passato pagano, la ballabile “Rebys” celebra leggende iberiche; anche le giocose atmosfere di “El Viaje de Maria”, del resto, fanno pensare subito al sole spagnolo. Con “Níl Sé’N La”, cantata in gaelico ma ri-arrangiata su tonalità mediorientali, siamo sull’altra sponda del Mediterraneo; si torna nel sud Italia con la spledida tamorra “Mephite”, che – ci tengo a precisare – non è un brano tradizionale, ma è stato composto dalla singer e arpista Aianna Egan: non ci ho creduto fino a quando non l’ho letto nel booklet, dato che l’approccio era proprio quello delle vecchie danze del Meridione. “Auciello Grifone” è invece un triste canto legato a una leggenda della Costiera Amalfitana; fa da perfetto pendant con “Le due Sorelle”, versione italiana della sconsolata ballata inglese “The Twa Sisters”, riarrangiata fra gli altri da Loreena McKennit. E se aggiungiamo che “Kuulin Äänen” è addirittura un tradizionale finlandese, credo non ci possano essere dubbi sul proficuo sforzo fatto dagli Emian per mettere insieme questa piccola gemma folk. I quattro membri della band hanno creato un disco che non ha paragoni in Italia, e che piacerà ai cultori dei Faun o degli Omnia… Da avere ad ogni costo!

(René Urkus) Voto: 8,5/10