(Carnal Records) Ferocia senza paragoni. Una tempesta di devastazione, di odio, di oscurità alimentati da un’apocalisse di sonora pregna di rabbia, d’ira funesta e mostruosamente titanica. Sesto album per questa formazione svedese relativamente misteriosa, la quale vanta anche un membro che ha militato per breve tempo nei compagni di etichetta Grá. Otto espressioni di odio e negazione della vita, otto brutali inni alla fine irreversibile, otto condanne a morte, otto eresie dal sapore antico, arcano e disumanamente freddo. Otto brani decisamente velenosi, proprio come la puntura del più demoniaco degli scorpioni. Brani selvaggi e gloriosi, un black melodico sublime, con fraseggi sempre coronati da una risoluzione trionfale, fraseggi che portano ad un crescendo costante lacerato dal disumano timbro vocale del vocalist. “Wolf of the Eclipse” è immediatamente sferzante, melodia esasperante che ipnotizza e destabilizza. Travolgente “Ormeld”, massacrante e diabolicamente irresistibile “The Beast Inside”, con quell’evoluzione verso un mid tempo capace di descrivere atrocità immonde, cosa che si ripropone con dettagli deliziosamente thrashy su “Nocturnal Sun”. Tragedie dal sapore maligno con “Throne of Blackened Domains”, gloria degli inferi con la conclusiva “Possessor of Fire”. Otto anatemi, otto maledizioni che spingono anima e corpo nei meandri più profondi, più reconditi, più insalubri dell’oscurità più pura, più avvolgente, più annichilente; un’oscurità che soffoca respiri e pianti, annulla il rumore delle unghie che graffiano disperate la gelida pietra, un’oscurità che riduce al silenzio le urla più strazianti… tranne gli ululati dei lupi che celebrano l’assoluta autorevolezza dell’eclissi definitiva, dell’ultima vita rubata nel vorticoso amplesso dell’apocalisse.

(Luca Zakk) Voto: 9/10