cop4thdimension(Power Prog Records) Ah, il buon vecchio symphonic power metal! Temo che per me (e per i vecchietti della mia generazione) sia una questione di imprinting: se hai cominciato a sentire metal con questo genere nel suo periodo d’oro, non smetti mai di amarlo, qualunque cosa dicano detrattori e invidiosi. Conoscevo già i vicentini 4th Dimension per il debut, “The white Path to Rebirth”, e mi godo oggi il seguito, superiore sotto tutti gli aspetti. “A Circle in the Ice”, la opener, ci svela un sound tastieratissimo e melodico, così fine anni ’90… Labyrinth, Wonderland e Airborn di Torino (e se ci spostiamo all’estero, Stratovarius e Power Quest) mi sembrano i referenti più vicini per un brano che a me ha fatto addirittura nostalgia, nel ricordo di quella bella stagione del power italiano. In “Quantum Leap” le tastiere virano verso suoni space (non parliamo poi di “Extraworld”, esplicita fin dal titolo…), ma sempre salvaguardando l’onnipresente melodia. “Memoirs of the Abyss” è la ballad giusta per questo tipo di album, né troppo laccata né troppo lenta; ritornello stellare con “Dissonant Hearts”, si chiude infine con “Away”, anch’essa una ballad, che grazie ai suoi toni quasi sussurrati non pesa nell’economia di un disco ben bilanciato e assai apprezzabile. Credevo che dietro questi suoni avrei trovato Frank Andiver, ma lo studio di registrazione è il GreenRiver di Varese: complimenti in ogni caso!

(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10