(Amor Fati Productions) Secondo album per i tedeschi Aether: un culto della disperazione, un inno alla desolazione, un trionfo del dolore, nella celebrazione di un vuoto che attanaglia il mondo e la nostra stessa esistenza. Una devastazione interiore che pulsa ribelle, urlando, esprimendo una sofferenza infernale, verso l’annullamento della speranza, della redenzione, verso una bellezza di una futilità senza fine, di un abisso senza fondo. Un black metal di una bellezza lacerante, violento in modo inaudito, ma tuttavia ricco di groove, di una melodia sempre presente e impetuosa, il tutto con linee vocali che sono un monumento allo sconforto, all’abbattimento, all’avvilimento, al tormento perpetuo. Brani come “Die alte Stunde” trasmettono un’energia micidiale, una decadenza sonora trionfale, con progressioni e riff tanto semplici quanto geniali. Una chitarra brillante, un basso carico di carisma, ricercatezze di batteria che materializzano riempimenti tanto azzeccati quanto seducenti. Quattro brani, quasi quaranta minuti di furia gelida, di pura esperienza emotiva, di stimolante forza liberatoria. Un rituale di nichilismo, un’eco assordante dentro il fragoroso silenzio del vuoto.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10