copWACKEN(UDR Music) Sembra incredibile, ma sono passati ben ventisei anni dalla prima edizione del Wacken Open Air Festival. Nato come uno dei tanti eventi musicali all’aperto nel 1990, nel corso degli anni il Festival ha subito una crescita vertiginosa, diventando nel giro di poche edizioni il più importante appuntamento mondiale in ambito metal, non solo per quanto riguarda il nutritissimo lato concertistico, ma proprio come evento culturale che trasforma un paesino sperduto a nord della Germania, in una sorta di villaggio abitato per alcuni giorni soltanto da metallari. Il cofanetto, composto da due CD e due DVD, raccoglie tutti gli highlights dei concerti tenutisi nella ventiseiesima edizione del festival, ovvero quella del 2015. La versione in CD contiene alcuni brani in meno, proponendo un a sola canzone per ogni band, mentre la versione in DVD, nella maggior parte dei casi ne propone due per ogni gruppo. Il primo DVD, quello maggiormente orientato su sonorità più classiche, si apre alla grande con i Judas Priest, che con Painkiller annichiliscono la folla oceanica presente sotto il palco. La band è in gran forma, e Rob Halford, che a sessantaquattro anni non è comprensibilmente più in grado di eseguire certi acuti, se la cava alla grande, sfoderando una prestazione aggressiva, sorretta da un carisma innato che sembra convincere tutto il pubblico. Si prosegue con gli In Flames, che con “Paralyzed” ed “Everything’s Gone” si dimostrano una band coesa e ben oliata, che sa tenere bene il palco e, pur non amando molto la loro proposta musicale, devo ammettere che dal vivo i brani proposti hanno un certo impatto. Gli Amorphis ammaliano il pubblico con la splendida “My Kantele” e con l’ottima “Magic And Mayhem”, mescolando sfuriate death metal e sonorità folk come solo loro sanno fare. Amatissimi in patria, i Running Wild tengono in pugno l’audience di casa con una manciata di classici immortali del metal classico, come “Under Jolly Roger” e “Riding The Storm”. Buona la prova dei Beyond The Black, che con “Rage Before The Storm” e “Songs Of Love And Death” mescolano sapientemente aggressività e melodia, grazie anche all’alternanza tra voce maschile e femminile. Fa piacere rivedere un mito vivente come Paul Di’anno, che nonostante una forma fisica penosa (anni di strapazzi tra alcool e droghe varie hanno lasciato pesantemente il segno), mantiene la voce a buoni livelli, come dimostra l’esibizione con i suoi Architects Of Chaoz, che con “Horsemen” rispolverano sonorità maideniane tanto care al singer di origine italiana. Gli Armored Saint sono una garanzia di solidità e classe, mentre gli Annihilator stendono il pubblico, prima con la terremotante “Creepin’ Again” poi con il classico dei classici “Alice In Hell”, brano sempre in grado di mandare in visibilio la folta platea. Ancora thrash metal con i Death Angel, che con la devastante “Voracious Souls” e la coinvolgente “Buried Alive”, si confermano come una tra le bands più preparate e carismatiche dal vivo. Trascurabile, a mio avviso, l’esibizione degli Exhumer, formazione che non è mai riuscita ad uscire dallo status di cult band. Notevoli le prove di Sabaton, e Danko Jones, entrambe in grado di divertire il pubblico in maniera scanzonata, nonostante i generi musicali differenti proposti. Un po’ come dicevo prima per i Running Wild, anche Uli Jon Roth, quando gioca in casa ha una marcia in più, sfoggiando una classe immensa sia alla sei corde che nelle sue parti cantate, impostate su rauche timbriche blues. Gli Europe stanno vivendo una seconda giovinezza, da qualche anno a questa parte, sfoderando dischi ricchi di eleganza e potenza, ed offrendo esibizioni impeccabili sotto ogni punto di vista, come dimostrano “War Of The Kings” e “The Second Day”, dalle melodie sensuali ed accattivanti. Il secondo DVD presenta bands dalle sonorità meno classiche, spaziando dall’hardcore/rap dei Biohazard al brutal death dei Cannibal Corpse, passando per i Cradle Of Filth, il crossover degli Skindred o l’industial degli Oomph!, una delle bands che maggiormente ha ispirato i famosissimi Rammstein. Non potevano mancare gli In Extremo, presenti in svariate edizioni del festival, mentre una piacevole sorpresa si sono rivelati i The Answer, band che non conoscevo, ma che mi ha ammaliato con il loro sound ispirato a Deep Purple e Led Zeppelin, con il cantante autore di una prova impeccabile anche mentre stava facendo crowd surfing. “Turn Loose The Swans” dei My Dying Bride è in grado di emozionare, grazie anche alla prova intensa ed ispirata di tutta la band. La sezione “Metal Battle”, contest dedicato a bands ancora non sotto contratto, ha visto spiccare, a mio avviso, i Danesi Savage Machine, autori di un metal classicissimo, derivativo, ma dannatamente coinvolgente soprattutto in sede live. Ottima anche la prova dei Canadesi Vesperia, autori di un mix tra death ed epic metal. Il Wacken è un evento a cui ogni appassionato di metal dovrebbe partecipare almeno una volta nella vita. Al di la della musica, l’atmosfera che si percepisce è unica, diversa da qualsiasi altro evento musicale al mondo. Questa compilation di highlights contiene ottimi brani, ottimamente registrati ed un ricco book fotografico, eppure non rende minimamente l’idea di che razza di evento mastodontico sia il Wacken, il quale, ripeto, va vissuto almeno una volta nella vita di ogni metallaro che si rispetti.

(Matteo Piotto) Voto: s.v.