
(Autoproduzione) A distanza di sei anni dal convincente EP “Portraits Of Mankind”, esordiscono sulla lunga distanza i milanesi Abeyance, fautori di un old school melodic death metal di stampo prettamente svedese, arricchito da testi decisamente interessanti e mai banali. I brani si addentrano infatti nei meandri della mente umana, una sorta di discesa nei gironi danteschi in cui ogni composizione è, per l’appunto, un girone. Musicalmente siamo davanti a un ottimo lavoro di musica estrema di matrice svedese; definisco l’album di musica estrema perché, pur partendo da una base prettamente death metal che farà la felicità degli amanti di Dark Tranquillity e dei primi In Flames, spesso i brani sconfinano in territori melodic black metal, tra i blast beat del bravissimo ed eclettico Giacomo Boffi e la voce graffiante di Jacopo Marinelli, dotato di una timbrica davvero molto vicina a quella di Jon Nödtveid, mentre certi intrecci di chitarre ricordano i Naglfar del capolavoro “Vittra”. Un altro elemento in comune con i Dissection è l’utilizzo di chitarre acustiche, scelta a mio avviso molto azzeccata che dona maggiore profondità ai pezzi. Un album ispirato, che mantiene alto il livello dall’inizio alla fine, tanto che è impresa ardua estrapolare un brano rispetto a un altro. Consigliato agli amanti del death e del black melodico di matrice svedese.
(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10




