Cover_Back_outlinedtext3(Final Gate Records) Il death svedese ha consolidato un proprio suono caratteristico ormai da una decade. Gli Abscession, qui alla loro prima release ufficiale, sono anch’essi svedesi, nel bene e nel male. Propongono qualcosa di nuovo rispetto al tipico sound della loro terra natale? Si e no. Le influenze dei maestri del genere come Hypocrisy e At The Gates si sentono eccome fin dalla prima traccia “Where Sleeping Gods Dwell”: percussioni veloci, rimiche incalzanti e chitarre serrate con inserti melodici di quando in quando. Il cantato è cupo e cavernoso al punto giusto, mentre le atmosfere sono… beh, difficile trovare un aggettivo. C’è qualcosa nel suono di questo combo che esula dai soliti canoni scandinavi. Se si prende ad esempio la seconda traccia “Gargoyle” si potrà notare come i nostri prendano un po’ le distanze dal classico Swedish sound. Niente di stravagante, intendiamoci, ma già finire la canzone in fade (anni ’80… lacrimuccia) fa capire che, se è di personalità che stiamo parlando, forse l’abbiamo trovata. Con la successiva “Blowtorch Blues” assistiamo ad una poderosa accelerata per poi tornare di colpo in territori più familiari con “Freshly Dug Graves”. Inutile descrivere il disco canzone per canzone: vi basti sapere che con gli Abscession non vi annoierete. Perché probabilmente passerete l’ascolto dell’intero disco chiedendovi: “che cosa hanno di strano? Che cosa mi sfugge nell’equazione?”, ed il pregio del gruppo sta nel fatto che alla fine non troverete così facilmente risposta alle vostre domande. Ah, ultima cosa: l’album è masterizzato da Dan Swanö… devo proprio aggiungere altro? Buon ascolto.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7/10