(Zazen Sounds / III Damnation) Il black metal dai principi più occulti e misteriosi che si possano udire è tra noi. V.P. Adept ha mischiato le carte in seno ai musicisti che lo spalleggiano, in questo rituale che si svolge da diciotto anni con il nome di Αχεροντασ, appunto Acherontas. Un nuovo capitolo di questa saga maledetta che vede oscurità e ferocia con passaggi non dissimili da un rituale deviante ed estremo. “Νekya – The Necromantic Patterns” è una buona rappresentazione del genere concepito con principi esoterici e di dottrine antiche e chissà se perdute. Questo patrimonio concettuale si respira nei pezzi, modellati con un black metal a tratti spartano e in altri di taglio epico. S’innalzano melodie truci o marchiate da un’epica ancestrale e maestosa, oppure solenne e dai contorni ritualistici. Gli Acherontas esprimono una dimensione musicale variopinta, cambiando le marce delle proprie andature, plasmandovi dei riff feroci, devastanti oppure cantilenanti di queste melodie già descritte. In più nelle pieghe dei pezzi c’è qualche richiamo alla psichedelia o comunque un suonare che produce atmosfere nebbiose, sulfuree e tinte di mistero. I brani, quasi tutti al di sopra dei sei e sette minuti di durata, sono un divenire tra questi scatti di estremismo e passaggi modellati su atmosfere inquiete ed evocative. Lo stile dei Acherontas pende per un suonare un po’ raw e con un altalenarsi tra impeti violenti che ricordano Deicide, Dark Funeral, Belphegor, ma anche un black metal maestoso, imponente come certi momenti degli Emperor. “Νekya – The Necromantic Patterns” possiede la capacità di essere una buona sintesi di stile del genere e palesando un suo pregevole carattere personale.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10