(Talheim Records) Imponente crescita per il black decadente e sostanzialmente depressivo degli italiani Afraid Of Destiny, un progetto che ormai si è evoluto dallo status di one man band, diventando una vera band, sia sul palco che in sede compositiva e in studio. Black metal incalzante, travolgente, in grado di un incedere tuonante, occasionalmente travolto da decadenze depressive, ma anche esaltato da spunti di matrice sinfonica, ricchi di divagazioni ed orchestrazioni suggestive, spunti che non negano lo spazio agli assoli, che non occultano parentesi che fuoriescono dal black, cercando rifugio in ambiti progressivi, come conferma la bellissima “Anti”. Complessa e contorta l’imponente “Ramblin’”, brano che dopo ambientazioni prog-atmosferiche cresce verso il black, verso il synth, verso una impostazione introspettiva e ricercata. Lacerante “Breath”, coinvolgente e provocante “Hear Me”, canzone con un assolo favoloso ed un geniale addentrarsi nei labirinti dell’instabilità mentale, qui dipinto con innumerevoli dettagli e varianti di black metal feroce ed atmosferico. “Lullaby” è palesemente ambient/synth… e non appare assolutamente fuori luogo nel percorso sonoro intrapreso dall’album, accompagnando delicatamente quindi nella direzione all’imponente conclusiva “Requiem in Do Diesis Minore”, una suite poderosa nella quale black atmoferico, sinfonico, diretto e teatrale conduce lungo un percorso che abbraccia un convincente virtuosismo di chitarra, attraverso mid tempo che stanno alla base di molteplici variazioni tematiche. Potenti, convincenti, intelligenti: gli Afraid of Destiny con questo loro quarto album raggiungono la maturità, offrendo musica estrema, ovviamente non per tutti… ma comunque equilibrata, bilanciata, assolutamente interessante ed immediatamente fruibile. Oltre il black, il quale non è più predominante… molto oltre il DSBM, il quale rimane presente nell’atmosfera, rivelandosi alla fine marginale e certamente non predominante, aggiungendo un mix di rock, metal ed ambient appartenenti a differenti direzioni. Ma questo è il bello della musica, questo è il vero punto di forza dell’arte e di un disco come “Contra Omnes”.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10