(Spirit Of Unicorn Music) Musicista, regista, sceneggiatore e scrittore, quante cose fa nella sua vita Alan Simon? Tante, tantissime. Il cinquantasettenne bretone, è nato a Nantes, è un artista di grandi vedute e come musicista è titolare di una nutrita discografia. In essa spunta il ‘progetto Excalibur’, infatti come da titolo questo è il quinto album, oltre a un sesto e un live come “Excalibur”. Questo progetto musicale ruota attorno alle leggende dei celti e soprattutto a quella di Re Arthur e nei diversi album sul tema con Alan Simon si sono schierati anche tanti musicisti di un certo calibro, come ad esempio il nostro Angelo Branduardi nonché elementi di Clannad, The Moody Blues, Supertramp e altri. Anche per questo V volume giungono ad affiancare Simon una parata di ‘esseri mostruosi’ come ad esempio Bernie Shaw degli Uriah come Roberto Tiranti dei Labyrinth ma nella totalità degli ospiti e musicisti di supporto si osservano anche i nomi di Jerry Goodman, ha militato nella Mahavishnu Orchestra, Steve Hackett dei Genesis, il grande e purtroppo scomparso John Wetton degli Asia e altri, al quale l’album è dedicato. La lista è di seguito. “Excalibur V” non indugia su ambientazioni celtiche e folk. Infatti è il rock a dare l’impronta all’album pur con diramazioni blues, pezzi d’autore appassionati, sporadici esempi folk, una dose concreta di prog, poi il soul e così verso una gamma di stili che lasciano risplendere la disinvolta ma elegante espressione di Alan Simon e dei suoi commilitoni. Al primo ascolto l’album non appare semplice, forse perché i dodici pezzi si spostano molto nell’asse dello stile offrendo l’impressione di vivere un percorso lungo, l’album dura cinquantuno minuti, ma disorientante nella direzione che segue. Questa però è solo l’impressione del primo ascolto, poi tutto diventa una dinamica successione di canzoni che hanno una forte impronta tra rock, blues e soul con sfumature che limano i dettagli. Le chitarre brillano, infatti oltre al già citato Steve Hackett si esibisce persino Martin Barre, Jethro Tull. Dodici pezzi e rispetto ai precedenti “Excalibur” questa volta tutto ha un accento marcatamente rock. Un atto consapevole, voluto: Simon ha lavorato con tutti per almeno sei mesi e arrivando alla definitiva scelta delle dodici, come i cavalieri della Tavola Rotonda, canzoni su decine di candidate. Anche questa volta, ça va sans dire, Simon è magnifico.

(Alberto Vitale) Voto: 9/10

 

Massimo Palermo, basso

Drums, Percussion – Alessandro Bissa, batteria e opercussioni

Electric Guitar, Acoustic Guitar, Mandolin – Paolo Ballardini

Flute, Harmonica, 12-String Acoustic Guitar, Choir – Alan Simon

Guitar – Steve Hackett

Guitar, Mandolin – Martin Barre

Keyboards, Piano – Marco Canepa

Saxophone, Clarinet – John Helliwell

Slide Guitar, Guitar – Basile Leroux

Violin – Zita Petho

Whistle, Pipe – Konan Mevel

John Wetton (Asia / King Crimson)

Steve Hackett (Genesis)

John Helliwell, Jesse Siebenberg (Supertramp)

Bernie Shaw (Uriah Heep)

Martin Barre (Jethro Tull)

Jeremy Spencer (Fleetwood Mac)

Michael Sadler (Saga)

Roberto Tiranti (Labyrinth)

Jerry Goodman (Mahavishnu Orchestra)

Shira Golan & Miriam Toukan (The Peace Tent Project)