copAlephant(autoprodotto) L’Aleph è forse uno dei primi segni alfabetici dell’umanità, ed è anche un simbolo essenziale ed importante nella cabala, nella religione, nel concetto spirituale dell’umanità e della sua storia. E’ su questo che ruota il nuovo progetto di questo trio Italiano, il quale si orienta su un rock malinconico e riflessivo, un progetto che punta in alto, già pronto per espandersi sulla scena con un full length al quale questo EP fa da anteprima. Siamo forse leggermente lontani dal metal, siamo più su un rock melodico, cristallino, ricco di suoni… anche se non mancano riff poderosi, forse non evidenziati ma comunque ben presenti, ben radicati, decisamente penetranti. Ed anche le parti di chitarra non fanno mancare un palese gusto heavy, offrendo assoli impegnati, travolgenti, ricchi di stile e fantasia. Il vocalist, è potente, flessibile, coinvolgente, perfetto sia per un suond più grintoso che per una impostazione più commerciale, più compatibile con un pubblico ampio e differenziato: l’unico piccolo difetto è un certo accento nella lingua inglese, facilmente superabile prima del debutto internazionale al quale la band punta con decisione. I testi sono visionari, fantasiosi, profondi e delicatamente complessi, altamente musicali, non semplici ma assimilabili e coinvolgenti. La opener “Leaves in the Sun” è pura melodia costruita in un concetto ricco di energia e grinta, mentre il vocalist costruisce linee vocali molto belle che parlano di un sogno forse impossibile, altamente rivoluzionario e di pura controtendenza… cosa che spetta di diritto a tutti i sogni. Più triste e decadente “Doubts”, mentre “The Moon and the Sun”, per la quale è stato girato un video sperimentale, è ricca di fantasia, sia melodica che concettuale, dove questa volta è il sole, in un assurdo dialogo con la luna, ad essere al centro dell’attenzione, della divagazione mentale della band, dell’ottimo gusto posto in questo originale songwriting ricco di metafore. L’EP chiude con “Ready To Die”, il pezzo più heavy -molto più heavy- della release, nel quale la band esce dai confini del “semplice” rock melodico ed esplora sonorità più incisive, più esplosive, più grintose. Un ottimo debutto, dove la fantasia smette definitivamente di avere limiti e confini, si allontana dalla terra, spicca il volo e lascia che la sua magica influenza si diffonda tra gli esseri viventi, tutti gli esseri viventi, del nostro pianeta.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10