(Suburban Sky Records) Collabora con Chiara White, altra cantautrice della scuderia Suburban, e suona la chitarra per gli Underfloor, ora Alajmo passa alla prova di cantautore. Un titolo dell’album ben scelto, una graziosa copertina, oltre a un libretto dove addirittura si riescono a leggere i testi – una cosa rara bei CD di oggi – e un pacchetto di canzoni. Si misura con qualcosa di proprio e del materiale leggero, a volte classico, come la voce e chitarra acustica dell’introduttiva “L’Astronauta” oppure “Settembre”. Nel campo dell’alternative rock “Lebowski” , con un assolo di tutto rispetto, e “Vagamente Io e Te”, oltre al frizzante affresco blues della title track. Anche il verbo usato non è complesso, niente di figurato, molto reale, ‘neorealista’, tuttavia non c’è banalità: Alajmo introduce, dettagli, azioni, il quotidiano, poi si arriva al dunque, al senso del tutto. La nostalgia, un momento indimenticabile, uno desiderato. Racconti e parole si adagiano, su della musica che sa essere leggera o capace d’impeti rock graziosi e ben inseriti nel tessuto sia narrativo che musicale. Il musicista fiorentino percorre il proprio animo, mostrandolo con grazia, e una passione che va avanti per gradi, come nel crescendo un po’ zeppeliniano, o semplicemente blues, di “Notturno On the Beach”. “Firenze Mare Blues” esprime si principalmente quello che è un gesto da cantautore, ma attraverso forme musicali fruibili e corredate da sortite, blues, country, rock. Alajmo è un paroliere efficace, perché essenziale, misurato. Un paio di testi forse stonano se messi a confronto con altri – francamente la title track, nonostante musicalmente poi funzioni – e tuttavia in poco più di mezz’ora l’album si presta a un ascolto rilassante.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10