(Andromeda Relix) Ritengo doveroso dire sin dall’inizio che non amo affatto gli album di cover e tributi vari. Spesso dischi di questo tipo mettono magari in mostra musicisti sicuramente preparati, ma mancanti di creatività ed inventiva. Se poi aggiungiamo che gran parte delle volte ci si limita soltanto a rendere il brano il più simile possibile all’originale, allora non riesco davvero a capire l’utilità di queste operazioni. Diverso è il caso dei beneventani Algebra, band attiva dagli albori degli anni ’80 e dedita ad un rock progressivo di matrice inglese, Genesis in primis. Come suggerisce il titolo dell’album, la band campana non si limita soltanto a rifare brani di altri artisti, ma li smonta, li rielabora e li restituisce sotto una nuova luce. Le canzoni rimangono riconoscibili perché viene mantenuta l’ossatura dei pezzi proposti, come i riff principali e le linee melodiche, ma per il resto subiscono una vera e propria operazione di restyling. Si passa dai Genesis ai Jethro Tull, da Battiato alle Orme, fino a Luis Miguel. Forse i brani che meno hanno avuto arrangiamenti diversi sono stati proprio quelli dei Genesis, visto che la band inglese è una delle influenze principali degli Algebra. Il secondo CD può essere considerato come un bonus, ed include improvvisazioni, live tracks ed altre cover, oltre ad alcuni pezzi scritti dalla band. Un lavoro fresco e godibile, che permette di vedere certi pezzi sotto un’altra ottica, e magari farli conoscere ai più giovani che incuriositi cercheranno le versioni originali.

(Matteo Piotto) Voto: 7,5/10