(Autoproduzione) I rockettari francesi Alt si lanciano in quattro EP, “I’m a Dancer”, “I’m a Singer”, “I’m a Model” e il quarto in arrivo entro la fine dell’anno. Quattro piccole release per esporre un rock alternative molto anni ’90, quando certe sonorità prese dai ’70, in particolare Led Zeppelin, davano vita ad un rock appunto alternativo, al grunge, lo stoner e via dicendo. “Damaged Rock”, questa è l’etichetta che gli Alt hanno coniato per il proprio sound, fatto appunto con chitarre molto potenti i cui sono arsi da distorsioni granulose, acide, graffianti, dissonanti. I tre musicisti non offrono novità, ma la loro musica e tagliata su misura, tracciata su percorsi immediati, freschi, ritmati, vivaci. Denis Malbrancke fa lavorare la chitarra per produrre canzoni di un certo impatto, cantandole con una voce adatta a questo genere ibrido. Nicolas Ruty e Scotch, batteria e basso, seguono all’unisono e personalizzando ancora di più le sonorità. Di sicuro “I’m a Singer” presenta modalità derivate dal rock-blues, mentre “I’m a Model” ne ha di meno e si accosta di più alle sonorità alternative 
anni ’90 dei Cure di “Wish”, Sonic Youth oppure neo-punk. Sia “I’m a Singer” che “I’m a Model” presentano quattro canzoni ciascuno. C’è molto dentro ai pezzi degli Alt, ma soprattutto c’è un rock totale, leggero e che mette in mostra le varietà sonore che da esso ne sono derivate direttamente. La band suona canzoni che sanno essere tali, cioè con una loro logica e melodie a corredo. Le tipiche sonorità che al secondo ascolto si è già consapevolmente assorbite, senza troppa fatica, mentre al primo già si intuisce dove andranno a finire. Dunque o gli Alt resisteranno nel tempo oppure saranno una buona espressione underground del rock alternativo. Intanto buona l’idea di pubblicare quattro EP in CD digipack (con grafica presa da Tsutomu Nihei, autore di “Blame”) e abbinare così una promozione sul lungo periodo, proponendo sempre qualcosa di nuovo. Anche questo serve.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10
