(Avantgarde Music) Ed ecco che alla loro seconda opera, gli Amalekin se ne escono con questo piccolo gioiellino. Otto salmi -così li identifica il gruppo- più una outro che nel loro complesso vi travolgeranno con la loro irruenza, la certosina esecuzione e la splendida grafica usata per copertina e libretto. Continue accelerazioni si mischiano a momenti più rallentati e riflessivi, dove l’atmosfera si impadronisce delle composizioni e lascia l’ascoltatore al cospetto di una realtà sonora monolitica e compatta, con una coerenza interna dalla prima nota dell’album sino all’ultima. Forse non è solo black, forse non è nemmeno propriamente death, ma neanche del tutto ambient o post black metal. Forse è un po’ tutte queste cose assieme, che sapientemente amalgamate danno vita ad un mosaico cangiante di mille sfumature di nero. Un disco da avere, senza tanti giri di parole, limpido e cristallino negli intenti e nella resa. Avantgarde avanti decenni rispetto alle altre etichette…

(Enrico MEDOACUS) Voto: 9/10