(I, Voidhanger Records) Toh, chi si rivede… Avevo perso le tracce dei canadesi Amphisbaena all’indomani del loro EP di debutto, uscito nel 2015 e poi ristampato da Iron Bonehead a fine 2016. Da allora la formazione di Edmonton è sparita dai radar, per ripresentarsi solo ora con il primo full length, per la verità non molto più lungo in termini di durata – più o meno una mezz’ora- rispetto al EP. Un decennio durante il quale il sound della band ha subito una forte evoluzione, riducendo di molto l’assalto death/black dai marcati connotati thrash a favore di un approccio più intimista, meditativo e in un certo senso ritualistico, ma non per questo meno oscuro, anzi: la violenza profusa in passato è semplicemente mutata, incanalata, diluita in massicce soluzioni ambient, doom e prog, quest’ultimo da intendersi nel senso più pinkfloydiano e psichedelico del termine, che creano una sensazione di viaggio, un mood cinematografico di rara bellezza. Inutile sviscerare i singoli brani o fare il classico track by track: “Rift” va ascoltato dall’inizio alla fine come se i sette brani che lo compongono rappresentassero le parti di un’unica suite. Un album folle e seducente, dove ogni ogni singolo momento è un meraviglioso tassello di un’opera d’arte.
(Matteo Piotto) Voto: 10/10