(Metal Blade Rec.) Purtroppo con questa band in redazione abbiamo un discorso in sospeso. Nel cantuccio di casa, almeno chi scrive, ha seguito la direzione tracciata dagli inglesi negli ultimi anni, ma in Metalhead a parte “Vanitas” del 2012, non c’è stata un’ulteriore analisi delle successive uscite. Il black metal degli AN si è amplificato fino a perdere i contorni del genere spingendosi verso lidi industrial, symphonic e grindcore, oggi magnificamente espressi. Forse anche più cattivo di “The Whole of the Law”, “A New Kind of Horror” risulta a tratti raggelante. Lo è per le melodie, per le atmosfere tetre e meschine, per quanto traspiri un senso di maleficio. Questo album è l’espressione totale di Mick Kenney e V.I.T.R.I.O.L., i due espongono una galleria di atrocità, un filo teso e drammatico che lega le dieci composizioni che in poco più di mezz’ora macinano i neuroni dell’ascoltatore. Il comparto vocale è alle estreme conseguenze: urla, strofe in scream, growl, cori e tutto il resto sono un turbinio indescrivibile. V.I.T.R.I.O.L. (Dave Hunt) rappresenta di suo un estremismo impareggiabile. “A New Kind of Horror” toglie il respiro, emette potenza e con suoni resi abbastanza ruvidi. I momenti supportati dai cori rendono gli scenari inquietanti, come il gioco di assonanza con un’arma da fuoco che viene ricaricata in “Forward”, esempio di come la fantasia nera dei AN diventa stupefacente. Per quanto passino come un uragano sull’ascoltatore, i due inglesi infondono una quantità di particolari e soluzioni a questo nuovo e rabbrividente album.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10