(Eternal Death) Band americana di Rhode Island in giro ormai da un decennio, con una carriera fatta di gavetta, di demo, di EP, di split e compilation, arrivando solo ora al debutto ufficiale, una mazzata letale, quaranta minuti di disumana violenza, di crudele brutalità, che emerge dall’underground più nefasto, prendendo come spunto la decadenza tetra della scena finlandese e la miseria trionfale di un’altra scena incisiva, quella del Québec. Violenza, impeto ma anche parentesi epiche, trionfali, come evidenziano brani quali “Spectre at the Crossroads”, oppure la gloriosa “Sorrow Verses”. Capitoli come “Under the Guise of Virtue” offrono un tiro più rocambolesco, celando radici appartenenti ad una antichità di matrice thrash, mentre la conclusiva “Rotting Temperament” non lascia scampo, non lascia respiro, ricordando a tutti che questo quintetto non ha alcuna intenzione di fare prigionieri. Mistero, inferi, l’abbraccio gelido ma coinvolgente della morte, la fune senza fine di un cappio che si snoda letale nell’infinita caduta verso gli abissi. Un black metal ancestrale, cinicamente concepito per risultare diabolicamente glorioso, mostruosamente caotico e decisamente inospitale.

(Luca Zakk) Voto: 8/10