(Luwolbo Free Musica 2020) Quarto album del chitarrista trasteverino Andrea Salini, del quale scrive quanto segue: «Roses–> Rose: la parola evoca colori, odori e nella mia mente ecco materializzarsi… le donne, questo universo meraviglioso, affascinante ed insondabile. Non mi sono mai posto il problema di capirle, a partire dalle mie piccole compagne di scuola e poi man mano alle varie figure femminili con le quali crescevo e mi confrontavo. Ne sono sempre stato attratto, un’attrazione incondizionata, spirituale e fisica. Soprattutto le Rose più belle, forti, decise e le immaginavo come piccole leonesse già alle elementari, libere di fare il bello ed il cattivo tempo. Avevo capito la cosa più importante…». Il messaggio continua (leggetelo QUI) e nella società in cui spesso le ‘rose’ sono vittime indifese, tali parole e suoni così delicati sono un giusto tributo, una riconoscenza del loro essere. Nonostante alcuni pezzi decisamente rock, come la title track, l’opener “Into the Storm” ed altre, “Roses” è un atto di eleganza musicale. Al rock andante si aggiungono delicate scivolate quiete, leggere, come “Rock ‘n’ Roll Dreamer” oppure la strumentale “Starfighter” dalla chitarra di personalità, agile, sognante, d’atmosfera. “Love Song” è ariosa, gioiosa, epica. Tra parsimoniosi momenti alla David Gilmour, Mark Knopfler, Eric Clapton, The Edge ma non nel registro chitarristico semmai in quello delle atmosfere o tipologia dei pezzi, e una buona manciata di soluzioni di stile (come in “Take You Back”, il momento più creativo dell’album), Salini infonde la sua chitarra accompagnandola da linee di poesia. Nell’album anche la firma come coautore su almeno cinque dei nove pezzi di Simone Gianlorenzi, musicista e autore per molti nomi di prestigio.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10