(Debemur Morti Productions) Duo americano poco noto anche perché molto poco prolifico; i due si unirono nel 2004, pubblicando un solo album (il cult “Hymns over Anfauglith”) nel 2008, prima di mettere in pausa il progetto. Sia arriva poi all’anno scorso 2024, si rimettono al lavoro arrivando alla composizione e pubblicazione di questo secondo lavoro “Akallabêth”, sempre orientato ad un black metal epico e sinfonico musicalmente molto ricco, sempre con tematiche riguardanti rigorosamente il mondo di J.R.R. Tolkien, cercando di dare delle interpretazioni cinematografiche grandiose capaci di trasportare gli ascoltatori direttamente nella Terra di Mezzo. Ci riescono? Certo, eccome! “Akallabêth” (che significa ‘i caduti’ in Adûnaico) è certamente un black sinfonico (scuola Dimmu Borgir, Old Man’s Child, Cradle of Filth e simili), ma la potenza evocativa delle composizioni arricchita da lunghi passaggi atmosferici affidati per esempio al pianoforte a ad una sola voce soprano lasciata libera di esprimersi su un sottofondo lounge, riesce veramente a far chiudere gli occhi e sognare il mondo incantato e le avventure concepiti dalla fantasia geniale di Tolkien. Quattro corposi brani (il minutaggio spazia dai 12 ai 22!), una infinità di divagazioni e percorsi tematici incredibili, il tutto suonato con maestria, composto con intelligenza narrativa e registrato in maniera ottimale, prendendo le distanze da qualsivoglia struttura tradizionale delle canzoni; i brani sono infatti concepiti con lo stile della sinfonia classica tradizionale, con diverse arie, movimenti, in una costante evoluzione, in un infinito intreccio, in stile tragico con una orchestrazione maestosa, dei cori immensi, delle atmosfere introspettive misteriose aggravate dall’accento brutale e graffiante del black metal. I due artisti, poi, hanno coinvolto altri musicisti (soprano, chitarra classica) ma anche dei un consulente di lingua Quenya (ovvero Alto Elfico o Antica Lingua) e ben due altri interpreti per creare la voce di Sauron e Ar-Pharazon nel brano “Defying the Doom of Men”. Se amate il black sinfonico e amate l’universo di Tolkien, questo disco è la coniugazione perfetta di questi due vostri amori!
(Luca Zakk) Voto: 9/10