(Talheim Records) Sempre difficile parlare di un lavoro depressive, per il semplice fatto che nel 99% dei casi gli artisti sembrano soffrire davvero ogni volta che registrano un disco di questo tipo. Questo progetto non fa eccezione di certo e dopo un intro che mi ha ricordato la bellissima prima traccia di “34.788%… Complete” dei My Dying Bride ecco sprigionarsi tutta la disperazione e la desolazione romantica tipica di questi lavori. I classici suoni diffusi, rallentati e ovattati sono immersi in atmosfere plumbee di pianoforte, la disperazione portata a tempi lunghi e lenti, uno stillicidio della felicità insomma… D’altra parte la ciclotimia è un disturbo di natura psicologica caratterizzato da fasi depressive alternate a fasi ipomaniacali, quindi non ci si deve stupire se il titolo del lavoro è degnamente rappresentato dai suoni, un agglomerato di urla strazianti che affondano i denti nel cuore e non lo mollano fino alla fine del cd. Ecco, una nota inedita al tutto viene data dall’alternarsi di voci maschili e femminili, dove queste ultime offrono una variante non meno destabilizzante al genere. Da prendere come i sedativi, col contagocce.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10