(Dark Descent Records) Gli svedesi Anguish con questo “Through The Archdemons Head” piantano un obelisco deforme e rozzo in mezzo ad una necropoli. Sarà un’analogia strampalata, ma il doom metal degli Anguish, dallo stile vecchio di anni e suonato con dilatazioni dei riff, oltre ad una certa ripetitività degli stessi e da un drumming che scandisce ogni colpo senza preoccuparsi di inserire una marcia superiore, ha un suo fascino arcaico. J. Dee è la voce che sovrasta ogni brano, aleggiando come una nebbia densa e irremovibile. Il lato più retrò della band, incline ai Candlemass, si traduce anche attraverso sequenze di chitarre, di Kribbe e David, dal forte timbro heavy. Scorre lento e inesorabile “Through The Archdemons Head” e lo fa per quasi un’ora, forse è troppo, ma gli Anguish suonano doom, ovvero il genere che soffoca il tempo (come tutto il doom metal) che riprende le modalità di uno stile che spesso riconduce ai Black Sabbath o a chi li ha ripresi (come tutto il doom), ma loro sono meno sabbathiani di altri. Gli Anguish sono ruvidi e con poche magniloquenze, cose che vanno bene più per chi bada alla sostanza e ai doomsters irriducibili.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10