
(Nordvis Produktion) Il secondo album degli svedesi Änterbila conferma la loro natura selvaggia, la loro rabbia, la violenza sonora, l’oscurità di ritmi ossessivi, ma anche quella loro caratteristica influenza folk, dettaglio che rende i brani spesso molto imprevedibili. Non più una quasi one-man band, piuttosto una vera band capace di travolgere con i blast beats devastanti del black metal, mentre le chitarre furibonde sono affiancate da violini impazziti (suonati da Thomas von Wachenfeldt, di Wombbath, De Tveksamma, ecc.), cosa che già l’opener “Låt till far” (’canzone per il padre’, ndr) conferma in modo molto chiaro. Il black diventa quello serio, quello diretto e spietato con “Ulven”. I suoni si fanno contorti con l’inquietante “Jordfäst”. Incalzante “Kniven” (‘il coltello’, ndr) esalta le pulsazioni del mid tempo rituale di “Konung” (’Re’, ndr). Strepitoso il violino della conclusiva “Eklundapolskan”. Un album avvincente, tanto spietato quanto curato e raffinato da una band caratteristica, che non cerca di apparire… una band che piuttosto ‘è’. Essenziale, vera, fedele al suo credo, con persino due membri che sono fabbri a tempo pieno: uno forgia asce e l’altro fonde argento, confermando una connessione profonda con la tradizione dei loro antenati, della loro terra.
(Luca Zakk) Voto: 8/10




