copagiliberto(Minotauro Records) Eroico. È tale Antonello Giliberto in questo suo lastricato sonoro di finezze, ghirigori, vortici, incastri, suoni, riff, scale che salgono e salgono… Epico, dunque. Chitarrista di grande fattura, un tocco concettuale classico, quel tipo di classicità vicina a Malmsteen e tuttavia non è un imitatore del collega svedese. No, Antonello da Siracusa si è evoluto con l’ascolto delle opere di Bach, ha partecipato a campus e seminari con Allan Holdsworth, Kiko Loureiro, Paul Gilbert, Kee Marcello, Robben Ford, Greg Howe, Carl Verheyen, Mike Stern, Andy Timmons e tanti altri nomi che incrocia di persona oppureascoltando e studiando, perfezionando quel suo gusto interiore e quella abilità innata nelle sue dita. Nel 2013 incide il suo primo lavoro solista, “The Mansion of Lost Souls”, collabora in giro (con gli Schizo ad esempio) e ora ritorna luminoso e carico di arte con questo secondo album. Melodie che pescano da atmosfere medievali o classiche, in alcuni momenti anche di stampo new age, ma su tutte queste c’è sempre la sua chitarra che si contorce in capolavori che avviluppano l’ascoltatore. Un mondo immenso, vasto, ricco di paesaggi e architetture prodotti da suoni pilotati con maestria e tecnica. Un arrangiamento dei brani fatto con stile e partito da un’idea nata durante la visione del Dracula di Francis Ford Coppola. Album strumentale magnifico, perfezionato dai contributi di Dino Fiorenza al basso e John Macaluso alla batteria.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10