(SPV/Steamhammer) 1992, gli Anvil realizzano il sesto album in studio, l’ultimo era del 1988 e dopo di allora subirono una pausa di arresto. “Worth the Weight”, ora ristampato in digipack, segnava il ritorno della band con l’abbandono dello storico chitarrista ritmico Dave Allison, sostituito da Sebastian Marino e sarà anche l’ultima volta dell’altrettanto storico bassista Ian Dickson. Lo speed metal di “Worth the Weigt” è delineato, ormai nei primi anni ’90 il thrash ha raggiunto la sua definitiva perfezione e tutti gli altri generi sono pienamente consci della loro identità. L’album però non suonerà tra i migliori, pur trovando la presenza del tipico stile della band. “Infanticide” è composta da oltre 7′ di variazioni e di tanta NWOBHM, “On the Way to Hell” recupera da un lontano passato, con quel diavolo di Reiner a picchiare magnificamente sulle pelli. “Bushpig” è un pezzo speed/thrash, quindi molto veloce, ma è “Embalmer” la canzone perfettamente sospesa tra i due generi, forse anche più di “Pow Wow”. “AZ #85” possiede un drumming iniziale alla Dave Lombardo di “Reign in Blood”, ma è uno dei pezzi più Anvil di tutti, in quanto si esibiscono insieme melodia, forza, fluidità e il riffing cristallino e potente. Qualcosa di incompleto o di poco riuscito avvolgono gli altri pezzi, non è certo un brutto album “Worth the Weight”, ma il confronto con quanto fatto prima è d’obbligo e tirando le somme qualche cedimento lo si nota. Resta inteso che quell’album segnò il ritorno degli Anvil. Ce n’era bisogno.

(Alberto Vitale) Voto 6/10