(InsideOut Music / Sony Music) Non posso non ammirare il genio deviato di Arjen… con le sue molteplici personalità che si manifestano in tutti suoi progetti musicali nei quali lui è sempre il mastermind circondato da un manipolo di cantanti e musicisti sempre di altissimo livello. Ayreon, Star One, Ambeon, Guilt Machine, The Gentle Storm e altri, oltre a questo progetto che porta il suo nome e che giunge al quarto album in trentadue anni di storia, il primo da tredici anni a questa parte (tempo durante il quale le altre ‘band’ ci hanno regalato svariati lavori), quando uscì “Lost in the New Real”. Ovviamente Arjen ama tutto ciò che è fantascienza, ciò che va e viene dallo spazio e, anche in questa occasione, si inventa una storia tanto avvincente quanto incisiva e capace di far riflettere… anche se le storie di Arjen sono sempre da prendere con le pinze, con la carica di ironia che lui ama inserirci (cosa che mi confermò quando lo intervistai proprio in occasione del precedente album a suo nome). “Songs No One Will Hear” ovvero le canzoni che nessuno sentirà, in quanto la fine del mondo sta arrivando e anche con una certa velocità: un asteroide sta puntando dritto sul nostro piccolo pianeta, si pensa impatterà tra circa cinque mesi; nessuno potrà sopravvivere, nessuno potrà farcela, faremo la fine dei dinosauri… anzi, peggio, perché sembra che l’intero pianeta si disintegrerà diventando ‘un cestino della spazzatura cosmico’. C’è questo speaker alla radio (interpretato da Michael Mills degli Toehider) che scandisce la narrazione: dall’annuncio da talk show dannatamente ironico della prossima fine del mondo, fino alla profezia spiccia, passando per la provocazione realistica (cosa farete gli ultimi giorni?), per i devoti a qualche credo che prendono un’astronave per andare contro il meteorite, senza dimenticare la speranza (non moriremo oggi, non ancora), fino al caos totale, all’anarchia, con TV e rete disattivati… anche se la radio sembra funzionare e trasmettere ancora (indizio?). Davvero, Arjen riesce a mettere in scena ogni possibile aspetto umano di una simile potenziale tragedia: dalla coppia che sta per avere un figlio… la cui nascita sarebbe successiva all’impatto, fino a quella galassia di personaggi ridicoli che si collocano tra gli eserciti dei creduloni, dei negazionisti, degli appartenenti a sette last minute (sulla scia di vaccini, 5G, scie chimiche, terra piatta e chi più ne ha più ne metta), arrivando alla prevedibile totale perdita del controllo, la quale sfocia in devastazione, vandalismo, violenza: si salvi chi può! C’è una chitarra immensa su “The Clock Ticks Down”, avvincente “Goddamn Conspiracy”, suggestiva e degna dei migliori Ayreon (cioè del miglior Lucassen…) “The Universe Has Other Plans”. “Shaggathon” è geniale, fin dal titolo, giustamente malinconica la favolosa ”We’ll Never Know”, un brano con una grandiosa performance di Floor Jansen. Esaltante e groovy “Dr. Slumber’s Blue Bus”, intima “Just Not Today”, imponente la conclusiva (in tutti i sensi…) “Our Final Song”, brano che ospita le voci di Robert Soeterboek e Marcela Bovio. Voci invitate a parte, l’intero disco offre una performance vocale di Arjen eccellente, cosa che vale anche per Irene Jansen (la sorella di Floor). Non mancano musicisti in gamba come Patty Gurdy (ghironda), Joost van den Broek (Hammond), Jurriaan Westerveld (violoncello), Jeroen Goossens (flauto), Ben Mathot (violino), Peter Daltrey (altra voce parlata sul brano conclusivo) e il batterista dei Vandenberg, Koen Herfst, non nuovo a collaborazioni con Lucassen. Con un favoloso senso dell’umorismo, ogni brano termina con lo speaker che introduce il brano seguente: tuttavia -in perfetto stile Lucassen- il secondo CD della release contiene gli stessi brani senza il teatrino, senza la recitazione di Michael Mills. Ovviamente c’è pure il terzo CD, con le versioni strumentali dei brani (ed alcune bonus tracks)… e pure l’immancabile Blu-Ray; sta a voi decidere come ascoltare l’opera, sta a voi scegliere: è la fine del mondo che Arjen pensa di perdersi o abbiamo ancora un futuro? Nel frattempo godetevi “Songs No One Will Hear”… sarete tra i pochi eletti che potranno sentire queste canzoni consegnate all’eternità dell’oblio. Ammesso e non concesso che si trattasse davvero un meteorite, di un tanto tragico quanto sfortunato evento naturale… 

(Luca Zakk) Voto: 9,5/10