(Satanic Art Media) Penso sia impossibile per un recensore descrivere cosa lo porti a sentire che un gruppo ha esperienza o meno. Gli Arvas sono in giro dal 1993 e questo elemento si sente sin dalla prima nota, nonostante si tratti di black metal, quindi di un genere cambiato davvero poco nel corso dei decenni. Certo, fino al 2009 i nostri non hanno pubblicato nulla di ufficiale, mentre da dieci anni a questa parte hanno sfornato ben cinque full length, ma l’esperienza accumulata ormai in quarto di secolo e più non si riesce a nascondere. Ecco allora che i norvegesi lavorano di mestiere, imbastendo un album sorretto dai classici stilemi del genere proposto. Quindi, intro strumentale, una decina di canzoni tirate e strutturare in modo tale da dal spazio ad una voce gracchiante, una batteria velocissima fatta quasi esclusivamente di blast beat e una chitarra che a stento riesce ad insinuarsi nelle strutture con degli assoli. Ma questo, si sa, è il black metal e gli Arvas sembrano sapere sin troppo bene questa ineluttabile realtà facendola propria. Un disco tra l’onesto ed il nostalgico, capace di far continuare la tradizione di un genere musicale che davvero stenta a perdere colpi.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7/10