(More Hate Prod.) Novosibirsk è una città molto lontana da tutti noi, ma è lì che Sin da solo ha dato forma e ragione di esistere ad Astarium, un progetto di stampo black metal con molti album pubblicati, oltre a una caterva di release più piccole. Basandosi su temi di guerra incentrati sulla Seconda guerra mondiale, Sin si lancia su tre composizioni principali più una introduzione e una strumentale di ben otto minuti, oltre a tre bonus track. “Epoch of Tyrants” sviluppa un black metal di stampo atmospheric e symphonic. Tastiere presenti in maniera massiccia, con tratti del suono di ‘plastica’, chitarre che suonano affilate e fredde come il ghiaccio che purtroppo conferiscono loro un sound eccessivamente sintetico e che costringe le stesse sei corde ad essere assorbite, se non coperte, dai suoni generali. Maestosa l’epica dei pezzi evidenziata dalle tastiere e in misura minore dalle chitarre. Il black metal tuttavia è fatto di squilibri nei suoni e pasticci in fase di produzione, la storia del genere è piena di esempi e dunque non sarà questo un limite sul quale insistere per Astarium. Se gli arrangiamenti evidenziano le tastiere, il gioco compositivo mostra un’alternanza tra parti lente e in mid tempo, bilanciate da un ampio uso del canonico blast beat. Batteria generata con un programma, sobria e ben inserita negli andamenti dei pezzi. Sin mostra al di là di questa scorza di suoni manipolati, un buon gusto nella composizione per via del gioco di atmosfere, dettate da parti feroci e spietate che si alternano con altre in cui lo spettro della guerra aleggia in porzioni dell’album che poggiano su andature atmospheric. Il piano testuale mette infatti al centro di tutto la guerra, mentre lo spunto in fatto di stile proviene dalle black metal band tedesche. “Epoch of Tyrants” è un war symphonic black metal definito attraverso cinque nuove composizioni, mentre le altre tre extra sono rimasterizzate e di fatto già edite.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10