(Indie Recordings) Ci deve essere qualcosa lassù in Norvegia. Qualcosa nell’aria. Perché nonostante i tanti generi musicali che quel paese riesce a sfornare, quando si parla di genere estremo è il black metal a fare capolino, quasi sempre e comunque. Gli Atena sono una band violenta, musicalmente aggressiva, ricca di influenze le quali spaziano dal metal estremo alla musica elettronica, dall’hip pop al nu-metal… il loro suono viene classificato deathcore, metalcore, semplicemente extreme metal… ma è innegabile che tutto questo (ottimo) miscuglio riesce ad inneggiare al genere oscuro nordico per eccellenza, il black! Non a caso i ragazzi hanno condiviso palcoscenici con bestie quali Mayhem o 1349 e la copertina di questo nuovo quarto album, successore di “Possessed” (recensione qui) rivela un contrasto spirituale agguerrito, una danza tra sacro e dannato, tra luce ed oscurità, riprendendo in qualche modo tematiche compatibili con il black, e certi riff o attacchi frontali non possono non far pensare a black o comunque un death estremo. I testi sono tutti aggressivi e contrastanti, pieni di conflitti interiori espressi in maniera efficace, poetica ma sicuramente contorta. “Born Rotten” è pestata, estrema, devastata e schizoide, anche se nasconde una parentesi con un cantato evocativo. Melodica e tuonante ”No Hope For Miscarriage”, un brano con varianti vocali che spaziano dal un clean aggressivo, ad un suggestivo dark fino ad un growl devastante. Sfoghi digitali, esplorazioni gotiche e divagazioni hip pop sulla bellissima ”Let Them Hang In The Halls”. Ottimo il refrain di ”Slap”, inquietante il sample di “+47 3029”, massacrante, vagamente industriale e molto ben costruita oltre che variegata ”Domestic Abuse”. Drammatica ”She Wept As I Told Her”, suggestiva ”Godforsaken”, atmosferica ma anche tagliente ”Death Is All I Think About”. Album potente, aggressivo, energetico e molto attraente. Pura rabbia espressa in molteplici forme, attingendo da una vasta gamma di spunti, generi e stili musicali, coinvolgendo anche diversi guest (tra questi Jesper Vicencio Gün dei danesi Ghost Iris o Joel Holmqvist degli Aviana). C’è rap. C’è elettronica. Ci sono clean. Ci sono growl che si spingono all’estremo. C’è creatività oscura, c’è furia, c’è ribellione. E questo, dopo tutto, è la storia -o la genesi- del rock che si ripete nuovamente ed in chiave estrema!

(Luca Zakk) Voto: 8/10